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Si è svolta nel pomeriggio di ieri 5 Agosto, la cerimonia per l’80° Anniversario della fondazione delle Scuole Centrali Antincendi di Roma, alle Capannelle. Per il Capo dello Stato: «Valore irrinunciabile della formazione per quanti svolgono un pubblico servizio». Presenti all’evento i Sottosegretari Sibilia e Scalfarotto

Su delega del Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese il Sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia ha deposto una corona al Sacrario dei Caduti e inaugurato il Museo storico del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, portando anche, durante il suo intervento, il saluto del Ministro. Alla cerimonia, trasmessa in diretta web su vigifuoco.tv, ha partecipato, tra l’altro, il Sottosegretario all’Interno Ivan Scalfarotto.

Presenti anche i massimi vertici dei Vigili del Fuoco. Le Scuole Centrali Antincendi, ideate nel 1939, ma edificate fra il 1940 e il 1941, continuano ancora oggi a formare operatori permanenti e, inoltre, sia gli allievi di primo ingresso che quelli impegnati nei Corsi di aggiornamento e di specializzazione.

Per celebrare l’Anniversario il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha rivolto un messaggio evidenziando l’importanza ed il «valore irrinunciabile della formazione per quanti svolgono un pubblico servizio» a garanzia della «trasmissione di un più ampio bagaglio di saperi, sentimenti, tradizioni ed esperienze che connotano e qualificano la cultura del servizio, votandola al perseguimento del bene comune».

«La Scuola – nelle parole del Presidente – ha costituito l’ambiente privilegiato per custodire quel ricco patrimonio di valori umani e istituzionali che caratterizza, da sempre, l’operato del Corpo e che ne rappresenta uno specifico punto di forza». Nell’esprimere, infine, a tutte le componenti del Corpo nazionale la «gratitudine e la riconoscenza della comunità nazionale per l’opera svolta a tutela dell’incolumità delle persone e della salvaguardia dei beni e dell’ambiente», il Presidente ha voluto indirizzare l’ultimo commosso ricordo a «coloro che, nel corso del tempo, hanno perso la vita nell’adempimento dei loro doveri».