La Giuria ha annunciato i vincitori del Premio Sila ’49, giunto quest’anno alla sua VII edizione, la cui premiazione si svolgerà a Cosenza nelle sale di Palazzo Arnone dal 30 Novembre all’1 Dicembre 2018.

La terna dei vincitori è composta da Francesca Melandri con Sangue giusto (Rizzoli) per il Premio Letteratura; Donatella Di Cesare con Stranieri residenti (Bollati Boringhieri) per il Premio Economia e Società e per il Premio speciale alla carriera a Ferdinando Scianna.

Per Francesca Melandri con il romanzo Sangue giusto (Rizzoli), vincitrice del Premio Letteratura, nelle motivazioni della Giuria, si legge: «un’intensa e sorprendente saga familiare che attraversa la storia italiana dagli anni Trenta ai nostri giorni, indagando nei lati più oscuri e imbarazzanti di vicende collettive come la guerra d’Etiopia o tangentopoli senza mai perdere di vista la concretezza psicologica e l’autenticità dei personaggi. Colpisce, in una scrittrice ormai affermata, anche la volontà di approfondire il suo sguardo ed affinare i suoi già notevoli strumenti stilistici, in una specie di riuscita sfida a sé stessa».

Gli altri libri finalisti erano: Roberto Alajmo con L’estate del ’78 (Sellerio), Marco Balzano con Resto qui (Einaudi), Paolo Giordano con Divorare il cielo (Einaudi) e Lia Levi con Questa sera è già domani (Edizioni E/O).

Donatella Di Cesare, professore ordinario di Filosofia Teoretica alla Sapienza Università di Roma, una delle filosofe più presenti nel dibattito pubblico italiano e internazionale, vince il Premio Economia e Società con il libro Stranieri residenti (Bollati Boringhieri). Il libro, a giudizio della Giuria, «attraverso un’operazione culturale filosofica, storica e politica di decostruzione dei miti inerenti al fenomeno migratorio (ius sanguinis, ius loci, la cittadinanza intesa come proprietà del territorio nazionale, la sovranità) si inserisce in una visione di rilancio della “Vocazione politica della filosofia” (è il titolo del nuovo saggio che Di Cesare ha appena pubblicato), nella quale l’autrice rileva che la filosofia classica è ormai “ancella” della attuale democrazia liberale globalizzata e ha perso la capacità di metterne in discussione i presupposti teorici e politici. Propone quindi che la filosofia riacquisti la sua radicalità, la sua capacità di utopia per riscattare il passato degli sconfitti e dei vinti dell’odierna società globale attraverso il risveglio e il ricordo dei sogni dimenticati e per consentire alla politica di acquisire una prospettiva nuova oltre il globalismo e il sovranismo».

Venerdì 30 Novembre, alle ore 18.00, l’autrice parlerà del suo libro con Paride Leporace, giornalista e direttore della Lucana Film Commission, e Mimmo Lucano, ideatore del cosiddetto “modello Riace”.

Il Premio speciale alla carriera sarà quest’anno attribuito a Ferdinando Scianna, che terrà una Lectio Magistralis Sabato 1 Dicembre alle ore 11.30 dal titolo “Viaggio, racconto, memoria“. Nato a Bagheria nel 1943, Ferdinando Scianna è uno dei più grandi maestri della fotografia a livello internazionale, è il primo fotografo italiano che dal 1982 fa parte dell’agenzia fotografica internazionale Magnum Photos.

«Primo italiano ad essere associato alla mitica agenzia Magnum, Ferdinando Scianna –  spiega la giuria nella motivazione del premio – è uno dei più importanti fotografi del mondo. Il suo sguardo è stato allenato a inventare il mondo da maestri straordinari, e straordinariamente diversi tra loro: da Henri Cartier Bresson a Leonardo Sciascia, da Milan Kundera a Jorge Luis Borges. La sua fulminea organizzazione della realtà (così scrisse Sciascia delle sue fotografie) si articola in scatti memorabili: il suo lavoro è quello di un grande umanista, di un poeta (letteralmente: un creatore) che invece di usare la penna usa la macchina fotografica. La sua eccezionale, articolatissima opera fotografica appare oggi come uno dei più alti raggiungimenti formali e morali dell’arte italiana dei nostri tempi».

La cerimonia di premiazione, condotta da Ritanna Armeni, si svolgerà a Cosenza, a Palazzo Arnone Sabato 1 Dicembre alle ore 18.00. L’opera per il manifesto di questa edizione del Premio, che negli anni passati è stata realizzata da molti artisti fra cui Mimmo Paladino, vede quest’anno la firma dell’artista milanese Massimo Kaufmann. Attivo dalla fine degli anni ’80 in quella generazione di artisti che si impone sulla scena italiana dopo le esperienze dell’Arte Povera e della Transavanguardia, nell’ultimo decennio il suo lavoro si concentra su una rilettura astratta del paesaggio urbano e naturale.

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