Concepita per la Sede del Palazzo della Civiltà italiana si tratta di un grande Teatro autobiografico
La messa in scena è introdotta da alcune sculture poste agli angoli esterni del Palazzo. Varcato il vestibolo d’ingresso, la mostra si articola come un’opera in 2atti ed un intermezzo corrispondenti alle Sale principali, fra loro speculari, e al passaggio di raccordo retrostante.
Nel suo insieme la location esplora la pervasiva interdipendenza nella pratica di Pomodoro fra le arti visive e quelle sceniche e drammaturgiche, così come fra la realizzazione dell’opera finale e la dimensione della sua concezione progettuale.
Concretezza ed utopia, segno ed archetipo, materia e visione si integrano, infatti, delineando un continuum, da cui emergono molteplici riferimenti alle tante civiltà a cui le opere dell’autore rinviano.
Tracce evanescenti di mondi arcaici, antichi e moderni, o anche solo fantastici, da cui originano forme, segni e materie indefinibili, appartenenti sia all’archeologia che alla futurologia. L’esposizione sarà visibile sino al prossimo 1 Ottobre, in cui le sculture rappresentate procedono dalla fine degli anni ’50 ad oggi.