L’attuale situazione del lavoro minorile è preoccupante. I bambini sono stati più duramente colpiti dalle conseguenze socio-economiche del covid
Si stima che 100 milioni di bambini in più siano caduti in povertà dall’inizio della pandemia. Con l’aumento del tasso di povertà infantile, infatti, aumenta anche il rischio di lavoro minorile e per la prima volta dal 2000 il numero di bambini coinvolti è aumentato fino a raggiungere circa 1 bambino su 10 nel mondo, tant’è che la metà di questi minori è impegnata in lavori pericolosi che possono causare danni fisici ed emotivi.
Le conseguenze su questi bambini sono, oltretutto, devastanti con effetti a catena che possono durare tutta la vita. Secondo l’UNICEF «Il lavoro minorile viola il diritto di ogni bambino a essere un bambino e crescere libero da sfruttamento, abuso e violenza. Compromette anche la loro istruzione e limita le opportunità future, rafforzando i cicli di povertà».
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione della XXª Giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile, ha rilasciato una chiara ed indignata dichiarazione: «È sconcertante apprendere i dati dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro e dell’Unicef».
«È una piaga odiosa – ha, infine, aggiunto Mattarella – che va contrastata garantendo una protezione sociale che assicuri a ciascun bambino le stesse opportunità. Questa situazione così drammatica non risparmia l’Italia. Occorre fare di più per restituire il sorriso a tutti quei bambini e quelle bambine obbligati a rinunciare troppo presto alla loro infanzia».
*L’immagine in evidenza è a cura di UNICEF Italia