L’attrice ammette: «Sono fragile come la grande cantante lirica»

Il film di Pablo Larraín racconta l’ultima settimana di vita della più grande cantante lirica, spentasi nel 1977 a Parigi, a soli 54 anni. Alla mostra di Venezia, tra l’altro, la pellicola viene accolta alla proiezione Stampa da un applauso fragoroso, tanto che nel pomeriggio le pronosticano l’Oscar, dopo alcuni film usciti malconci, così come la sua vita, col fardello del divorzio doloroso da Brad Pitt.
«Ho pensato ai miei figli durante le riprese – ha confessato Angelina -. Senza di loro, difficilmente avrei raggiunto equilibrio ed armonia. Ci sono cose che comunque non dirò. Però quello che mi sento di condividere con lei è la parte più morbida di me, ossia la vulnerabilità». Tutti i brani sono stati, inoltre, cantati anche da lei, a volte coperti dalla voce della Callas, altre intervallati.
Ne esce così il ritratto di una donna che ha vissuto solo per il belcanto e che finisce per confondere la realtà con i ricordi, alla disperata ricerca di lenire le ferite che si porta dentro. «Maria era come una Sacerdotessa del canto – ha dichiarato, infine, l’artista -. È morta in solitudine, accompagnata dalla crudeltà dei Critici, senza sapere se sarebbe stata amata»