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Il Congresso dice sì alla proposta di Macron

In tempi di revisionismo delle conquiste femminili, la Francia decide di fare entrare nella Costituzione la libertà garantita all’interruzione di gravidanza. «Siamo all’avanguardia» sottolinea Yaël Braun-Pivet, aprendo il Congresso che riuniva ieri a Versailles 925 fra Deputati e Senatori.
La Presidente dell’Assemblée Nationale, ha condotto il solenne voto al quale erano chiamati i Parlamentari francesi, dopo la convocazione decisa da Emmanuel Macron. Il Capo dello Stato era assente, come prevede la procedura. Al suo posto, è stato invece il premier Gabriel Attal a difendere la modifica costituzionale, ottenuta dopo mesi di dibattito alle Camere.
«Abbiamo un debito morale» ha sottolineato Attal ricordando decenni di lacrime e sangue delle tante donne costrette ad abortire in clandestinità. «La Legge determina le condizioni in cui si esercita la libertà garantita per la donna di ricorrere all’interruzione volontaria della gravidanza». È questa, dunque, la modifica all’articolo 34 ora inserita nella Costituzione.
I Vescovi d’Oltralpe, in polemica con quanto stabilito hanno, intanto, lanciato un appello a un momento di digiuno e preghiera. «Non può esserci un diritto a sopprimere una vita umana» ha ammonito il Vaticano tramite la Pontificia Accademia per la Vita, che ha sostenuto la posizione espressa dalla Conferenza Episcopale francese.
«Non ci voleva un coraggio immenso a proporre, come ha fatto Macron, una modifica costituzionale di questo tipo – scrive, infine, Michela Marzano su Repubblica -. Il coraggio consiste a provare ad andare controcorrente, come fece François Mitterrand quando eliminò la pena di morte nonostante i francesi, a larga maggioranza, fossero contrari».