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Il brano è ambientato nella periferia romana

Addentrandoci nel testo, emergono passaggi forti e struggenti che raccontano un passato difficile, fatto di assenze e di ferite mai rimarginate. Il riferimento al padre Giudice di Cassazione Nicola De Marinis, suggerisce un’infanzia segnata dalla solitudine e dalla mancanza di punti di riferimento.
Una canzone d’amore, sicuramente, ma anche un ritratto di una generazione che vive di emozioni brucianti, senza paura di cadere. Il testo deve molto ai cantautori romani (Scuola Venditti) e a Roma, anche per la frase «l’amore è come la pioggia sopra Villa Borghese». Ed è così che Achille Lauro ha scelto di puntare sull’omaggio al film più mitologico sulla sua città: la Dolce Vita di Federico Fellini.
Lui, almeno da quanto si è capito dal voto della Giuria dei gionalisti, si è candidato a lasciare il segno in questa edizione del Festival. I tempi di Rolls Royce sono lontanissimi, ma l’artista continua a mietere consensi ed approvazione da parte di milioni di ascoltatori sparsi in tutta Italia. Nelle prossime serate, avremo comunque l’eventuale conferma di questo meritato successo.