Con Umbria Jazz Winter si rinnova la magia della buona musica nell’Acropoli di una delle più belle città dell’Umbria
Il tratto distintivo del Festival resta l’equilibrio fra cultura e turismo, fondamentali tasselli del mosaico che descrive l’elevata qualità della vita che la città della Rupe e il suo territorio possono offrire a visitatori e residenti.
Umbria Jazz Winter si conferma evento di punta della Stagione turistica invernale a livello nazionale, sia per la sua storia che per la formula incentrata sul fascino e sull’accoglienza di una città d’Arte come Orvieto. Per l’edizione di quest’anno il filo rosso del cartellone è all’insegna della grande qualità musicale.
In un certo senso, Umbria Jazz Winter #29 può essere considerata come un ritorno alla identità del Festival delle prime edizioni, con proposte originali e rivolte ad un pubblico che vuole esplorare aspetti meno frequentati del jazz ma non per questo meno attrattivi.
Come sempre, la formula prevede concerti dalla tarda mattinata a notte fonda nel cuore del Centro storico di Orvieto. Il fatto che quasi tutti gli artisti siano residenti dà al pubblico la possibilità di scegliere ogni giorno il proprio itinerario. I concerti hanno per Sede 2 edifici strategici nel Patrimonio architettonico della città.
Nel programma d’evento resta centrale, da sempre con l’eccezione dell’anno scorso, un evento strettamente legato al particolare momento dell’anno. È il concerto gospel nel Duomo il pomeriggio di Capodanno, Giornata Mondiale della Pace.
Dopo la Messa, infatti, uno dei più celebrati cori degli Stati Uniti canterà brani del repertorio religioso afroamericano. Il gospel è di per sé un messaggio di pace e fratellanza, e rappresenta la profonda religiosità delle Comunità cristiane degli Stati Uniti.
Eventi speciali sono, quindi, previsti per dare l’addio, senza alcun rimpianto, al 2022 e festeggiare l’arrivo del 2023 con la speranza che sia un anno migliore. Niente di meglio, per questo, che il calore della musica e dello stare insieme.
*L’immagine in evidenza è a cura di David Morresi