Si è spento ad 82 anni un riformista nel vero senso del termine
Uomo leale e di assoluta onestà intellettuale. Vuol dire che nella vita ha privilegiato la passione politica sopra ogni altra cosa. Lo hanno deriso per aver scelto il Partito Socialista, per essere stato a fianco di Bettino Craxi, per non essersi accorto, o non aver voluto accorgersi, del lato oscuro di quel mondo.
Il ricordo umano di Intini privilegia oggi la voce da baritono, il fatto che arrossiva facilmente, il sorriso dei timidi e quel lampo di onestà dietro gli occhiali. Mai nessuno ha potuto anche solo pensare che fosse svelto, furbo, disinvolto e legato al denaro. Il suo rapporto con Craxi gli avrebbe consentito di avere molto più potere di quello che, in fondo, ha sempre rifiutato.
Ma troppi anni sono ormai trascorsi d’allora. Le critiche e gli attacchi personali non lo hanno mai abbattuto. Ugo Intini ha, dunque, attraversato la politica italiana in fasi complesse e tormentate. Uomo mite, sicuramente, ma tutt’altro che umile e arrendevole. Ha difeso le sue idee con una tenacia non comune. E quando ha capito che un’epoca si era chiusa, si è dedicato a ricostruire con la saggistica un pezzo importante della Storia d’Italia.