Il G20 Ambiente, Energia e Clima di Napoli si è chiuso con un buon accordo, adottato da tutti i Paesi partecipanti, che guarda al futuro e punta alla COP26
Un grande risultato ottenuto grazie anche all’instancabile lavoro di tutti i delegati, negoziatori e tecnici che hanno lavorato per giorni e notti, dormendo appena poche ore. Un lavoro svolto di concerto con i Paesi G20 per riuscire a trovare un obiettivo comune, avendo ben chiaro che è rimasto poco tempo a disposizione per invertire la rotta della crisi climatica. Una crisi che per lo più dipende dal surriscaldamento terrestre causato dalle emissioni di anidride carbonica prodotta dalle diverse attività umane, che rappresenta purtroppo il principale fattore di riscaldamento globale.
Problematiche che da tempo sono state più volte sollevate dal Movimento Fridays for Future creato dalla giovane ambientalista svedese Greta Thunberg, la quale non ha mai smesso di mostrare scetticismo e preoccupazione per l’atteggiamento spesso inattendibile ed irresponsabile delle Classi dirigenti internazionali. «Siamo come una grande nave che aveva sbagliato la rotta – ha, oltretutto, spiegato il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani – il nostro compito è compiere la svolta per riportarla nella giusta direzione. Una svolta che avverrà, ma lentamente e non sono ammessi errori».
Il documento uscito dalla plenaria di Napoli era impensabile fino a pochi anni fa. Tutti i Paesi aderenti al G20 hanno, infatti, condiviso la necessità di accelerare gli sforzi in questa decade, per mantenere l’obiettivo di temperatura dell’accordo ‘a portata‘, compresi quei pochi Stati avversati da dinamiche interne non allineate a tale accordo. «Un allineamento – ha, infine, concluso Cingolani – che potrà avvenire a breve all’insegna della transizione ecologica ed equilibrio climatico».