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38.580 nuovi poveri. E’ questo il numero che spaventa l’establishment nazionale ed i vertici del potere. Secondo i dati diffusi dalla Caritas italiana, infatti, sono già numerosissimi gli indigenti che nel nostro Paese non riescono più a far fronte alle tante necessità quotidiane; dal fare la spesa al pagamento delle utenze domestiche.

Si calcola del 105% l’incremento delle persone che per la prima volta si sono rivolte ad un Centro Caritas perché pressati, appunto, dall’improvvisa perdita di lavoro a seguito dell’emergenza sanitaria legata al Coronavirus. A spiegarlo su diversi organi di stampa è stato Walter Nanni, Responsabile dell’Ufficio Studi dell’Ente che, come risaputo, fa capo alla CEI (Conferenza Episcopale Italiana).

Le principali richieste riguardano, soprattutto, beni di prima necessità, in primo luogo generi alimentari. È aumentata anche la domanda di assistenza domiciliare ed il ricorso alle cosiddette farmacie solidali. Uno scenario davvero inquietante se si considera che è ancora presto per tracciare un bilancio definitivo sui disastri economici che uno Stato già profondamente indebitato, erediterà da questa pandemia, specie nelle aree fragili del Sud Italia precedentemente colpite dalla crisi economica del 2008.