Fino a quando un uomo vivrà dentro un ricordo, finché ciò che è stato sarà raccontato, quest’uomo non morirà. Sabato 18 Maggio alle ore 21:00 al Teatro Rendano di Cosenza Alarico – Il Musical, una storia, appunto, che rivive.
Alarico, re dei Visigoti. I sogni, le ambizioni, il desiderio di romanità del condottiero che piegò la capitale dell’Impero Romano d’Occidente, raccontati attraverso un’opera rock originale. La guerra e gli inganni, l’amicizia e la lealtà, la leggenda, diventano liriche, musica, coreografia.
Si tratta di un’opera biografica che mette in scena il racconto delle gesta, della vita, dei sogni e delle ambizioni del re dei Visigoti. Il tutto sotto una luce diversa dal solito. Alarico, giovane re germanico cresciuto nel mito di Roma, non un “barbaro invasore” come è stato spesso etichettato. Bensì un precursore di quell’Europa unita fatta di popoli, prima che di nazioni.
Un arcaico esempio di vera integrazione. Un uomo che amava il proprio popolo e desiderava per la sua gente terre e identità, un condottiero che riuscì nel sogno impossibile di conquistare la Capitale dell’Impero.
L’interpretazione di Alarico è di Luca Ziccarelli, mentre quella di Onorio, imperatore romano, vero personaggio negativo in quanto subdolo, edonista e saccente tocca, invece, a Mirko Iaquinta. Nei panni di Placidia, la sorella di Onorio, troviamo Deborah Di Francesco. Le musiche sono di Luigi Morrone, i testi e la regia di Attilio Palermo il quale dichiara: «Essere l’autore di questo musical, oltre che curarne la regia, mi ha consentito di lavorare in una direzione univoca, cercando di riportare in scena quello stesso Alarico character concepito prima su carta e parole. Un folle sognatore, un uomo nobile e ambizioso, innamorato del popolo che lo ha acclamato e proclamato re. Un uomo innamorato di Roma e della romanità, una vita avvincente, pregna di conflitto, ma anche di consapevolezza. Un’opera pop rock, divisa in due atti nettamente differenti l’uno dall’altro: il primo, dinamico, fondato sull’azione pura, sull’incalzare di ogni situazione; il secondo, molto più introspettivo, struggente. Un’altalena di emozioni differenti che legano a loro volta i personaggi alla storia, ognuno con la propria complessa personalità».