Si sposta a Cosenza nel Museo dei Brettii e degli Enotri la seconda tappa di un viaggio fra i luoghi danteschi in Calabria

Le suggestioni della Divina Commedia disseminate fra la bellezza e l’armonia paesaggistica e culturale si amplificano dal capoluogo bruzio e diventano il cuore del progetto La Calabria per Dante, prodotto per la prima volta in occasione del 700° anniversario della morte del Sommo Poeta.
«…E lucemi da lato il calavrese abate Gioacchino, di spirito profetico dotato…». Con queste parole, infatti, messe in bocca a San Bonaventura, Dante presenta, nel XII° canto del Paradiso, la figura di Gioacchino da Fiore, grande filosofo, esegeta e fondatore dell’Ordine monastico florense. Il poeta ebbe modo di conoscere il pensiero gioachimita dagli insegnamenti ricevuti nella Scuola di Santa Croce a Firenze, dove ebbe come suoi maestri grandi teologi dell’epoca.
L’influenza dell’Abate calabrese nato a Celico presso Cosenza intorno al 1130 e morto nel Monastero di San Martino di Canale a Pietrafitta nel 1202, fu davvero forte e illuminante, tant’è che nella Divina Commedia si riscontrano diverse similitudini con le affascinanti immagini frutto delle intuizioni mistiche di Gioacchino.
Anche a Cosenza, dunque, la manifestazione itinerante si articolerà in alcune mostre sui termini dialettali calabresi presenti all’interno del poema. E, poi, diversi eventi nei quali si rintraccia un filo rosso che collega incredibilmente la poesia di Dante agli usi conservati nella musica popolare calabrese.
Il progetto, si ricorda, porta la firma dell’Associazione Arpa ed ha come oggetto prioritario la ricerca nel campo delle tradizioni popolari e la valorizzazione delle risorse endogene. L’Arpa, infine, promuove attività di carattere culturale, artistico, formativo ed editoriale per il recupero del Patrimonio di tradizioni orali e la creazione di occasioni di crescita sociale ed economica del territorio.