«Era l’amore che permetteva di sopravvivere» sosteneva nei suoi racconti di ordinaria resistenza Marek Edelman, uno dei due comandanti dell’Insurrezione nel ghetto di Varsavia nel 1943 e sopravvissuto all’Olocausto. E di Amore, sport e musica nei campi di concentramento nazisti si è parlato ieri pomeriggio al Palacultura di Rende in occasione delle celebrazioni che l’Assessorato alla Cultura ha promosso per la Giornata della Memoria
«Non vogliamo raccontare solo delle atroci sofferenze subite dagli ebrei, i rom, gli omosessuali, i disabili e gli infermi nei lager nazisti: c’è anche un sottotesto che vede delle storie di lotta, di testimonianza di vita nonostante la morte certa. È di queste storie che vogliamo raccontarvi», ha affermato Marta Petrusewicz rivolgendosi alle studentesse e agli studenti degli Istituti di Istruzione Superiore della città.
A loro, infatti, i docenti hanno assegnato il compito di elaborare pensieri e recensioni rispetto alle letture fatte: oltre a C’era anche l’amore nel ghetto di Edelman, edito da Sellerio, le ragazze e i ragazzi hanno infatti letto Il mediano di Mauthausen di Francesco Veltri edito da Diarkos, e L’inferno di Treblinka di Vasillij Grossman, pubblicato da Adelphi.
«Bisogna dare voce – ha concluso l’Assessora – a chi si è ribellato contro la più grande potenza militare del tempo nel tentativo di dare a sé stessi e anche agli altri un segnale di vita e di speranza». A dialogare con le studentesse e gli studenti anche Ludmila Ryba che ha curato la traduzione in italiano del testo scritto da Edelman.
Il giornalista Francesco Veltri ha poi narrato la storia di Vittorio Staccione, calciatore-operaio che pagò con la morte nel campo di concentramento di Mauthausen il suo essersi schierato a fianco degli ultimi: «Ancora oggi mi emoziono quando penso al tragico epilogo della sua vita. Eppure egli rappresenta l’esempio di quanto la sua storia di militanza e passione sia sopravvissuta alla morte stessa».
Durante l’iniziativa sono stati letti gli elaborati preparati dal Liceo Scientifico Pitagora, dal Liceo Classico Gioacchino da Fiore e dall’IIS Todaro-Cosentino. Il Coro Polifonico della Parrocchia della Santissima Trinità di Saporito ha, infine, eseguito alcuni canti scritti dai deportati nei campi di concentramento al confine con l’Olanda oltre ad una composizione composta al Ferramonti di Tarsia.
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