Dal telefono ai cellulari. Certo che di strada ne ha fatto l’apparecchio tecnologico più usato dalla popolazione mondiale. Se ci state leggendo dal vostro smartphone sappiate che dietro l’invenzione che ha cambiato la vita di tutti noi, c’è un intrigo storico che tuttora avvince.
Il primo brevetto del telefono elettrico, risalente al 1876, riporta ufficialmente il nome di Alexander Graham Bell, ma la storia ormai accreditata racconta una vicenda moralmente e nei fatti ben diversa.
Nel 1871 Antonio Meucci consegnò all’Ufficio Brevetti di Washington una domanda, con tanto di disegni progettuali, dove descriveva la sua invenzione in attesa di trovare i 250 dollari per brevettarla ufficialmente.
La domanda fu, poi, reiterata annualmente fino al 1874 sempre in attesa di poterla trasformare in un brevetto. Nel 1875, in un momento di difficoltà economica, mancò ad Antonio la possibilità di ripresentarla, lasciando a Bell, che intanto aveva saputo dell’invenzione, l’occasione per brevettarla a proprio nome.
L’italiano si spense, così, nella Grande Mela nel 1889, in assoluta povertà e nella speranza del doveroso riconoscimento sulla paternità del telefono per la quale combatté fino alla fine. Nel 2002 il Congresso degli Stati Uniti d’America ha finalmente riconosciuto il ruolo effettivo di Meucci nell’invenzione del telefono.