Nel territorio di Arzachena un ricco deposito di follis risalente alla prima metà del IV° secolo d.C.
Secondo una prima stima, fatta sulla base del peso complessivo del ritrovamento, il numero delle grandi monete di bronzo si aggirerebbe tra i 30 mila e i 50 mila esemplari. Molte di più, quindi, di quelle rinvenute nel 2013 nel Regno Unito, a Seaton, quando ne riemersero decisamente meno. Oltre a quest’ultime, sono state individuate anche pareti di anfore di produzione africana e, in minor numero, di produzione orientale.
A scoprire i reperti è stato un privato cittadino che, nel corso di un’immersione, ha notato dei resti metallici a poca profondità, non molto distante dalla costa. Le immersioni hanno, poi, rivelato l’esistenza di alcune macro-Aree di dispersione dei follis in un grande spiazzo di sabbia che si apre fra la spiaggia e la Posidonia che, per posizione e morfologia del fondale, potrebbe conservare resti cospicui di un relitto.
Tutte le monete prelevate sono, tra l’altro, in uno stato eccezionale e raro di conservazione. Il gruppo dei follis recuperato proviene da quasi tutte le zecche dell’Impero attive in quel periodo ad eccezione di Antiochia, Alessandria e Cartagine. Le operazioni di restauro e conservazione delle monete e dei materiali rinvenuti, permetteranno di ampliare ed approfondire la conoscenza del contesto dei reperti dai quali possono provenire ancora numerose informazioni.
«Il tesoro rinvenuto nelle acque di Arzachena – ha dichirato il DirettoreABAPLuigi La Rocca – rappresenta una delle più importanti scoperte di reperti numismatici degli ultimi anni ed evidenzia ancora una volta la ricchezza e l’importanza del Patrimonio archeologico dei fondali dei nostri mari, attraversati da uomini e merci fin dalle epoche più antiche. Una ricchezza immensa, ma anche molto fragile, costantemente minacciata da fenomeni naturali e dall’azione dell’uomo, sulla cui tutela il Ministero, attraverso l’azione delle sue Strutture centrali e periferiche, ha sviluppato metodologie e tecniche di recupero e di conservazione di straordinaria efficacia, mettendo in campo innovative strategie di valorizzazione».