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Si tratta di quelli provenienti dai siti di Piazza Toscano, Vico San Tommaso, Palazzo Sersale, Biblioteca Nazionale e Convento dei Cappuccini

Finalmente tutti i materiali, fino a qualche tempo fa conservati al Museo Nazionale della Sibaritide, hanno fatto ritorno nella città bruzia in cui, nel corso degli anni, sono stati ritrovati. Questo trasferimento rappresenta un evento epocale a seguito della nuova richiesta da parte del Comune di Cosenza, sotto l’impulso del Sindaco Franz Caruso.
Lo studio di questi reperti, insieme a quelli già conservati presso il Museo Archeologico cosentino, consentirà, salvaguardando l’unitarietà dei contesti archeologici, la ricostruzione, quanto più possibile completa, delle Aree archeologiche della città e del suo comprensorio, dando la possibilità ai cittadini di riappropriarsi della propria identità e della memoria storica del territorio.
Soddisfazione è stata espressa dalla Direttrice del Museo Marilena Cerzoso, che in questi anni non ha mai perso di vista l’obiettivo di far giungere a Cosenza i materiali conservati a Sibari: «Questa acquisizione segna il superamento degli steccati della proprietà legale dei reperti e delle competenze dei vari Enti».
Del resto il Museo dei Brettii e degli Enotri ha da sempre auspicato e praticato rapporti di collaborazione con gli Enti periferici del Ministero della Cultura, con cui si intende ora rafforzare il dialogo, anche grazie a queste nuove acquisizioni. Infatti, l’obiettivo è quello di creare un gruppo di lavoro, che sarà oggetto di una prossima Convenzione fra il Comune, la Soprintendenza locale ed il Parco Archeologico di Sibari.