
L’eliminazione del virus dell’Epatite C, come stabilito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, è una priorità per la sanità pubblica. Un obiettivo che deve essere attuato entro il 2030
L’Italia è uno dei Paesi al mondo in linea con le aspettative, ma per raggiungere un così ambizioso e virtuoso obiettivo, è necessario somministrare la cura preventiva anche alle persone che vivono in condizioni di maggior disagio: queste sono le più predisposte alla contrazione del virus.
L’Epatite C, infatti, può progredire fino a gravi forme tumorali e di cirrosi epatica, anche se fortunatamente, la medicina ha fatto enormi passi in avanti sui piani preventivi, diagnostici e terapeutici. Un semplice test eseguito sul sangue capillare attraverso la puntura a un dito consente, per l’appunto, di individuare i portatori del virus della Epatite C e programmare interventi finalizzati all’eliminazione del virus e alla conseguente guarigione dei positivi.
Questa campagna preventiva è attiva, in Calabria, attraverso il Progetto ESP – Eliminazione nelle Special Populations, un’iniziativa ideata da Improve, destinata alla popolazione carceraria e resa possibile dal sostegno non condizionante di Gilead, Azienda leader del Settore biofarmaceutico.
L’obiettivo del progetto è fornire ai detenuti la giusta formazione su questa grave patologia, offrendo le informazioni necessarie per mettere in atto comportamenti di riduzione del danno ed effettuare un rapido screening su sangue capillare per individuare i soggetti portatori e avviarli a un trattamento che ad oggi permette di guarire completamente in poche settimane.
Un’azione concreta e di grande valenza sociale, in quanto la popolazione carceraria è, per molte ragioni, fra le più esposte all’acquisizione ed alla diffusione di malattie infettive quali anche l’HCV. Progetto ESP è in fase di attuazione in alcuni dei più importanti Istituti Penitenziari della Calabria e la conclusione dell’intervento è prevista per la fine del 2021.
La prevenzione e la diagnosi precoce dell’HCV sono di importanza cruciale e costituiscono la premessa di una cura altrettanto tempestiva, utile ad evitare la progressione della infezione, migliorando la qualità dell’aspettativa di vita futura e con un enorme impatto sulla salute pubblica.
I test sono effettuati gratuitamente presso gli Istituti Penitenziari da operatori sanitari di comprovata esperienza in grado, già dopo pochi minuti, di poterne registrare l’esito. Per i positivi è previsto, all’interno del Penitenziario stesso, un percorso di approfondimento diagnostico finalizzato a studiare lo stato di salute del fegato ed avviare un incisivo trattamento terapeutico.