Fondatore e voce dei Nomadi, Augusto Daolio è stato anche un eccellente pittore e disegnatore di radice surrealista
A trent’anni dalla sua scomparsa, la città di Ferrara gli dedica l’antologica intitolata Augusto Daolio. Il respiro della natura, alla Palazzina Marfisa d’Este, in esposizione sino al prossimo 11 Settembre.
Curata da Pietro Di Natale, la mostra è organizzata dal Comune di Ferrara, Servizio Musei d’Arte e dalla Fondazione Ferrara Arte in collaborazione con l’Associazione Augusto per la vita ed il patrocinio della Regione Emilia-Romagna.
«Ho sempre ascoltato molto – diceva spesso Daolio – guardato, osservato, e mi sono sempre lasciato sedurre dalla natura, sentendomi parte di essa. Fisicamente, voglio dire. Ho provato stordimenti e capacità visionarie. Mi sono abbandonato agli odori della terra, dell’erba, della corteccia degli alberi. La mia piccola natura sente tutto lo sconvolgimento di un temporale di primavera».
L’urgenza di raccontare questa ‘condizione‘ e l’interesse, emerso in tenera età per il disegno, lo hanno portato a concepire, nella sua breve ma luminosa vita, le opere esposte a Ferrara. Una significativa selezione di 56 lavori, fra olii e chine colorate, realizzati fra il 1973 e il 1992.
La principale fonte d’indagine e d’ispirazione è la natura, intesa come insieme di tutte le cose che nascono, vivono e si trasformano, uomo compreso. Daolio illustra un mondo onirico, magico, fortemente evocativo e simbolico, nel quale si coglie una personale riflessione sul rapporto e la continuità fra uomo e natura.
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