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Il Sindaco: «Non ho nulla di cui vergorgnarmi»

Luigi Brugnaro alza le mani al cielo in segno di vittoria e accenna ad un sorriso. Nell’Aula il Consiglio Comunale lo processa. Nel Centro di Mestre centinaia di cittadini, contenuti dalle Forze dell’Ordine in assetto anti-sommossa, lo contestano gridando «buffone, mafia, vai a casa».
Il Sindaco di Venezia per la prima volta costretto a presentarsi in pubblico a 18 giorni dal terremoto giudiziario che ha sconvolto la città e paralizzato il Municipio. La Procura lo indaga per corruzione, assieme ai vertici dei suoi Uffici. 33 gli avvisi di garanzia, 14 le Imprese sotto inchiesta. «Sono a disposizione dei Magistrati» dice, intanto, Brugnaro.
Oltre 900 pagine di Ordinanze cautelari delineano un diffuso sistema corruttivo infiltrato nel cuore della Pubblica Amministrazione. Ad offrire l’involontario colpo di scena è però lo stesso Brugnaro, impegnato in un’autodifesa tesa dimostrare la propria estraneità. La Serenissima adesso sa che il dopo Brugnaro è già iniziato, ma che davanti restano mesi incerti e complicati.