Il nuovo Tour con Orchestra in debutto Venerdì scorso a Vigevano
L’unico lusso per Dario Brunori, questo il suo vero nome, è un Palco a forma di noce. L’unico video, invece, un filmato del matrimonio dei genitori: «Mi piace vincere facile – ha dichiarato l’artista -. La famiglia è il mio nucleo, la certezza da sempre. Ma non cadiamo nella retorica reazionaria. Vorrei che la gente guardasse noi che suoniamo e non lo schermo».
Comincia solo, chitarra e voce. La band di 8 elementi compresi gli Archi, entra dopo, L’albero delle nociarriva in chiusura. In mezzo ci sono 2 ore di un repertorio vasto già prima dell’Ariston, che gli ha permesso di costruire un rapporto forte con il pubblico. Un percorso costruito con il tempo, dopo anni di faticante gavetta.
Certo, però, che un meteorite come Sanremo, in questa Repubblica felice e indipendente come la musica italiana, qualcosa avrà cambiato. Almeno nelle convizioni. «C’è voglia di verità. L’ho capito sul Palco dell’Ariston – ha, infine, ammesso Brunori -. Non me lo aspettavo. Lo dimostra il successo anche di Lucio Corsi».