L’edizione dispari, l’unica della storia rinviata di un anno, la prima dell’era Covid-19 e del doppio portabandiera con Jessica Rossi ed Elia Viviani, saluta e passa il testimone a Parigi 2024
L’Italia lascia il Giappone con un carico record di medaglie, 40 (10 ori, 10 argenti, 20 bronzi), che rendono Tokyo 2020 la migliore edizione dei Giochi per i colori azzurri e confermano il nostro Paese nella top-ten del gotha sportivo mondiale. Settimo posto in generale per numero di podi, il primo tra i Paesi dell’Unione Europea. All’Olympic Stadium l’Italia Team dei record, entra negli annali anche per il numero totale di atleti 384, andando a medaglia ogni giorno della rassegna giapponese, come mai accaduto prima.
La Cerimonia di chiusura, andata in scena a porte chiuse così come quella di apertura, ha confermato comunque la magia dei cinque cerchi. Il fascino dei Giochi ha vinto sulle mascherine, sul distanziamento e sui Protocolli rigidi adottati per atleti e addetti ai lavori. A portare il tricolore è stato l’atleta di punta dell’Italia, Marcell Jacobs, l’uomo più veloce al mondo, il bicampione olimpico dei 100 metri e della staffetta 4×100. Con lui il resto della squadra olimpica rimasta ancora in Giappone.
L’Italia, protagonista su tutti i campi gara (è andata a medaglia in 19 differenti discipline) lo è stata anche nella Cerimonia di chiusura. Oltre all’alfiere più ambito, a sfilare c’era infatti Federica Pellegrini, eletta in Commissione Atleti CIO proprio in questa 32ª edizione dei Giochi: una vittoria anche questa, ma politica, che riporta l’Italia all’interno della Commissione come accaduto soltanto con Manuela Di Centa.
Poi il passaggio di consegne con Parigi 2024, con la capitale parigina in festa collegata via video. «Siete i migliori atleti del mondo, avete potuto realizzare il vostro sogno anche perché il Giappone lo ha reso possibile – ha detto il Presidente del CIO Thomas Bach – e voi popolo del Giappone dovete essere orgogliosi e a nome di tutti vi dico grazie. Ce l’abbiamo fatta, insieme». L’appuntamento, dunque, è fra meno di tre anni, con i cinque cerchi che si sposteranno in Francia. Il braciere olimpico giapponese si spegne, ma la fiamma resta viva più che mai.
*L’immagine in evidenza è a cura di Simone Ferraro