
E’ preferibile tornare, a mente fredda, su un episodio che ha infiammato il recente mercato estivo: l’addio di Ronaldo alla Juventus. Il campione portoghese, alla fine, ha deciso di tornare al Manchester United, squadra che sin da giovane lo ho reso famoso in tutto il mondo
E’ stata una vicenda che ha tenuto banco per diverse settimane, in un circuito mediatico che non ha mai concesso un attimo di tregua al rapporto fra Ronaldo e la Juventus, tenendo altissima l’attenzione su quello che, tuttavia, si annunciava essere il divorzio dell’anno. Eppure a Torino il portoghese era stato accolto bene, a cominciare da quel 15 Luglio 2018, quando, col suo volo privato, sbarcò nella città sabauda fra l’entusiasmo generale.
Quella del Presidente Agnelli era stata, altresì, una grande scommessa, per alcuni contestabile, specie alla luce del contratto faraonico che avrebbe permesso a CR7 di incassare al netto 31 milioni l’anno. L’avvento della pandemia, purtroppo, ha letteralmente sconvolto i piani della Società, ma nonostante tutto la volontà in casa Agnelli era quella di onorare gli accordi anche per la Stagione in corso.
Sta di fatto che la storia si è chiusa e, forse, l’accelerata definitiva l’ha data soprattutto Allegri, il quale non ha mai nascosto il suo personale disagio nella gestione di un campione che di per sé rappresenta un’Azienda e che talvolta risponde ad esigenze che non collimano propriamente con quelle della squadra in cui milita. Il portoghese, ormai, è distante dalla Continassa anche se non ha fatto mancare, in questi giorni, le solite frasi fatte, al quanto contradditorie.
Sono stati 101 i goal segnati in 134 apparizioni con la maglia bianconera e questi sono numeri che, sicuramente, lo faranno rimpiangere. Ma il modo in cui ha deciso di mollare gli ormeggi inscenando una sorta di fuga verso l’Inghilterra, non lo rendono tutto sommato un professionista ‘esemplare‘, anche perché a Torino nessuno lo ha mai reso ostaggio.
Di una cosa Ronaldo può, comunque, stare certo: non è a Manchester che troverà quella competitività smarrita dalla Juventus lo scorso Campionato e, poi, non sono proprio i grandi campioni a rendere una squadra più forte? Maradona in questo aveva molto da insegnarli. Per quanto riguarda lo stile, infine, il termine non è da confondere con l’eleganza delle tante griffe sull’abbigliamento o sulle auto parcheggiate in garage; lo stile è qualcosa di molto più autentico, quello che, forse, in tanti anni di successi non ha mai imparato.