Era questa la frase del grande Primo Levi che, parlando delle tragiche esperienze del passato, esortava le nuove generazioni ad avere ‘memoria’ delle assurde atrocità commesse dalle dittature ai danni dell’umanità. Ma la storia, anche più recente, è davvero maestra di vita? Nel post lockdown, si direbbe di no. Infatti, in questi giorni di libera uscita, basta guardarsi intorno per comprendere, ancora una volta, l’ammonimento racchiuso nelle parole dello scrittore piemontese. Eppure, non dovrebbero essere sfuggite le raccomandazioni dei tanti esperti in merito al contagio non appena si entra in contatto con le particelle virali e di quanto, quest’ultime, una volta rilasciate nell’ambiente, siano pericolose.
E pensare che il semplice respirare, parlare, tossire o starnutire possono rilasciare nell’aria quelle famose goccioline cariche di vironi, ciò dovrebbe bastare per non fidarsi di coloro che continuano a sostene che il virus sia ormai scomparso. Con un colpo di tosse, non a caso, si possono rilasciare circa 3 mila goccioline che viaggiano a 80 km/ora. La maggior parte di queste goccioline sono grandi e cadono in fretta a causa della gravità. Mentre uno starnuto è in grado di rilasciare circa 30 mila goccioline che percorrono molti metri a 320 km orari. Un missile di particelle, dunque, anche molto piccole con la capacità di arrivare abbastanza lontano. Un soggetto infetto, tra l’altro, può diffondere con ogni starnuto anche 200 miliardi di particelle virali.
D’altronde, fa un certo effetto sapere che circa il 44% dei contagi avviene tramite soggetti asintomatici, per cui è possibile che un individuo che risulterà positivo al tampone abbia potuto infettare altre persone con le quali è venuto a contatto anche cinque giorni prima del manifestarsi dei primi sintomi. Oltretutto, è importante capire, ora che le nostre uscite da casa non sono più limitate ed autocertificate, quali siano i luoghi dove l’esposizione al virus è maggiore. Per il popolo della movida, però, il problema non esiste in quanto ad ammalarsi di Coronavirus sono soprattutto gli anziani.