Dopo 35 anni di attività professionistica il Chievo di patron Campedelli rischia ora di scomparire dalla geografia del calcio che conta, qualora il verdetto del Collegio di Garanzia del CONI dovesse confermare la decisione assunta dalla Covisoc, organismo interno alla FIGC

Iva non pagata all’erario addirittura dal 2014, nonostante la rateizzazione concordata con l’Agenzia delle Entrate, ma poi puntualmente disattesa. Sarebbe questo il motivo che potrebbe escludere i clivensi dal prossimo Campionato di Serie B. Una ‘favola’ nata in un piccolo quartiere di Verona e che, oltre alla lunga permanenza nella massima Serie, ha conquistato anche i prestigiosi palcoscenici delle Coppe europee.

L’epilogo, tuttavia, potrebbe essere un boccone molto amaro da digerire, in quanto l’opportunità di ripartire dalla Serie D, così come successo nei casi di Palermo e Bari, viene infatti concessa solo a squadre che, di fatto, rappresentano a pieno titolo la storia calcistica della città e a Verona, oltretutto, esiste l’Hellas.

Dunque, nessuna agevolazione all’orizzonte per un Club che potrebbe essere costretto a ripartire dalle più infime categorie dilettantistiche. Un destino comunque segnato da anni di cattiva gestione finanziaria e, soprattutto, da regole infrante ai danni dello Stato, verso cui la Giustizia Sportiva rappresentata dall’integerrimo Franco Frattini, magistrato e uomo delle Istituzioni, non può mostrarsi in alcun modo clemente, facendo finta che, stante la gravità dei comportamenti messi an atto da Campedelli, nulla, in fondo, sarebbe accaduto.

*L’immagine in evidenza è a cura del Cosenza Calcio