Sconfiggere la fame, la povertà, raggiungere la parità di genere e garantire l’accesso all’Istruzione di qualità e all’energia pulita. Sono questi gli obiettivi dell’Agenda2030 dell’Onu, traguardi per il benessere di tutti, «l’unica strada per costruire un futuro di speranza» ricorda l’ASviS, in occasione della presentazione del nonoRapporto Annuale.
Fra i target più lontani emerge la povertà globale, aumentata nel 2023 per la prima volta dopo decenni. Si è ridotta l’aspettativa di vita e non c’è nessun miglioramento rispetto alla fame nel mondo. I conflitti in Ucraina e in Medio Oriente hanno reso sicuramente più difficile l’attuazione degli obiettivi dell’Agenda2030.
Spostare in avanti la transizione energetica determina costi superiori a quelli necessari per realizzarla. Per i Paesi in via di sviluppo gli investimenti per il benessere della popolazione sono frenati da un debito che pesa come un macigno.
ll 40% della popolazione mondiale, infatti, vive in Paesi in cui i Governi sono costretti a spendere più per ripagare il debito in salute ed Istruzione. In questo scenario di insostenibilità, l’Unione Europea ha conseguito risultati significativi, ma non risolutivi.
In Italia, purtroppo, va ancora peggio. Per dirla con le parole di Enrico Giovannini, statistico ed economista italiano (foto), «il nostro Paese è su un sentiero di sviluppo insostenibile». Eppure il 93% degli italiani ritiene che bisognerebbe rafforzare i propri impegni per affrontare il cambiamento climatico.
La legge sull’Autonomia Differenziata, ad esempio, presenta numerosi problemi che possono determinare crescenti disuguaglianze tra territori, nonché seri rischi per la sostenibilità dei conti pubblici e per il coordinamento delle politiche necessarie per conseguire gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.