Nel 2021 nel nostro Paese la ricchezza è cresciuta oltre ogni aspettativa, ma questa ricchezza non ha minimamente sfiorato le tasche dei lavoratori

Di recente l’Istat ha diffuso i dati relativi al PIL ed alle retribuzioni con risultati che si sono rivelati a dir poco sconcertanti in quanto è emersa l’altra faccia della crescita economica italiana: PIL + 6,5 %, Stipendi + 0,6%, Inflazione + 1,9%.
I prezzi, infatti, sono cresciuti tre volte più dei salari e ciò ha comportato la riduzione di potere di acquisto di cittadini e famiglie, con stipendi che tuttora restano sostanzialmente fermi e, di conseguenza, valgono già meno di un anno fa.
Ma non è tutto, poiché in Italia sono attualmente presenti 41 contratti collettivi e riguardano all’incirca il 50% dei lavoratori, mentre quelli in attesa di rinnovo sono ben 32 e, in alcuni casi, si riferiscono a categorie che aspettano da almeno 3 anni.
Tuttavia, le difficoltà economiche non si fermano qui, giacché altre crisi aziendali si sono aggiunte alle 80 già aperte presso il Ministero dello Sviluppo Economico che disegnano, purtroppo, un quadro ancora più cupo ed allarmante per il quale il Governo, nonostante Draghi, non riesce a trovare risposte.