Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha presieduto al Palazzo del Quirinale la riunione del Consiglio Supremo di Difesa

Alla riunione hanno partecipato, oltre a Giorgia Meloni, alcuni Ministri del Governo fra cui quello della Difesa, Guido Crosetto. Il Consiglio ha esaminato la situazione della guerra in Ucraina e discusso delle conseguenze che, a quasi 11 mesi dall’inizio, sta producendo sia in termini di equilibri geopolitici generali, sia di effetti complessivi sull’Italia.
Il Consiglio ha, inoltre, ribadito la ferma condanna dell’aggressione della Federazione russa all’Ucraina come una violazione gravissima del diritto internazionale ed un inaccettabile attentato all’Ordine Mondiale basato su regole di convivenza pacifica e dialogo nel segno del multilateralismo, condividendo la necessità che l’Italia in piena adesione alle decisioni assunte nelle sedi Nato ed Unione Europea e nelle forme stabilite, secondo la Costituzione, dal Governo e dal Parlamento, continui a sostenere il popolo ucraino.
Ha quindi esaminato la situazione degli altri principali scenari di crisi, soprattutto di quelli in cui l’Italia è presente con le sue Forze Armate nell’ambito di missioni internazionali. In questo contesto il Consiglio ha posto speciale attenzione al Mediterraneo allargato e soprattutto alla Libia, al Sahel, ai Balcani e al Medio Oriente, in considerazione della sua rilevanza strategica, anche alla luce delle ripercussioni che l’accresciuta postura di potenza della Russia sta causando in quell’Area.
Infine, è stato esaminato lo stato di efficienza dello strumento militare. In questa cornice è stato oggetto di riflessione anche il lavoro dell’Unione Europea per la costruzione di una difesa comune ed, in questo ambito, per la promozione di capacità militari sviluppate in modo cooperativo, anche nell’ottica di una razionalizzazione della spesa degli Stati membri per la difesa.
È stata quindi portata all’attenzione del Consiglio l’esigenza che la strategia d’impiego dello strumento militare coniughi sempre 2 linee d’azione parallele: quella operativa e quella cooperativa; che assumano crescente importanza l’integrazione interforze e l’interoperabilità; e che, in generale, le questioni di sicurezza siano affrontate, in una visione comune delle sfide, nel quadro di una strategia nazionale. In tale contesto assume speciale rilevanza strategica l’avanzamento tecnologico e la competitività dell’Industria nazionale.