Dopo un primo tempo giocato bene dalla squadra rossoblù, nella ripresa il disastro dei calabresi
Era questa la partita del post derby ed il Cosenza l’affronatava contro un avversario decisamente in difficoltà. Tutto faceva presagire ad un tranquillo fine settimana in casa rossoblù, ma invece Caserta ed i suoi ragazzi l’hanno purtroppo combinata grossa, rimanendo anche in 10 uomini per l’espulsione di Calò giunta al 73′, quando ormai la frittata era già fatta.
Secondo tempo irriconoscibile da parte dei silani, contro una Ternana che non vinceva in Campionato dal 30 Settembre scorso e che arrivava in riva al Crati con le poche certezze di mister Breda da poco subentrato al posto di un Lucarelli affranto, sulla panchina delle Fere. Si chiude così una settimana nera per i Lupi, anche per le notizie sull’inchiesta calcioscommesse di Benevento e che riguardano, purtroppo, Francesco Forte.
Il Cosenza visto oggi, specie nalla ripresa, è stata una squadra a dir poco inguardabile. Gente senz’anima che ha corso allo sbaraglio sul terreno di gioco e che alla prima occasione ha mollato la presa senza nanche trovare la forza di reagire. L’artefice (in negativo) di questo disastro è inutile nagarlo, ha un nome e cognome e risponde alle generalità di Fabio Caserta, sul quale credo vada aperta una seria discussione al netto dei risultati sempre più discutibili, da parte di una rosa che sicuramente merita di più.
La rete di Casasola al 49′ e la doppietta di Raimondi al 60′ e al 68′, rapprensentano il sigillo su quella che non può essere considerata, semplicemente, come una giornata storta del Cosenza, anche perché nella pancia di questa squadra cova decisamente qualcosa di più serio e più preoccupante, non percepibile alla sensibilità dei tanti tifosi che dopo Catanzaro si ritrovano, ancora una volta, con il solito ‘pugno di mosche in mano’.
Si apre ora una fase difficile per tutta la squadra, visto che il solo rigore calciato magistralmente da Tutino al 55′, dopo il palo colpito al 19′, può essere francamente poco rispetto alle avvisaglie di una sconfitta che travolge, forse in modo irreversibile, la pochezza di un allenatore apparso tuttavia in confusione, al cospetto di un gruppo che, come gli ammutinati del Bounty (vascello di antica memoria), hanno deciso di remare in tutt’altra direzione.
Prova ne è stata, appunto, l’espulsione di Calò che di fatto ha scritto la parola fine sulla prova scialba di una squadra che ha bisogno, innanzitutto, di ritrovare la propria identità di gioco, magari all’ombra di una nuova guida tecnica, che sappia ridare al Cosenza quella spinta necessaria, in grado di condurlo verso i piani alti della Classifica.