La squadra di Occhiuzzi esce sconfitta anche dalla sfida contro il Pordenone e, dopo una disastrosa Stagione, arriva l’inesorabile e meritata condanna alla retrocessione
E’ un giorno triste per i tifosi rossoblù che sino all’ultimo momento hanno sperato nella possibilità di agguantare i playout per poi giocarsi la sorte nella doppia sfida del 15 e 21 Maggio. Purtroppo, così non è stato e, forse, per i valori espressi nel corso di questo Campionato, appare anche un verdetto giusto ed equo, per quanto sia spiacevole e doloroso da accettare.
Anche a Lignano Sabbiadoro il Cosenza non ha mai dato la sensazione di poter indirizzare il risultato a suo favore. Poche le occasioni create, nonostante la mediocre caratura degli avversari. Cosicché, si ritorna nel purgatorio della C, nell’attesa che la squadra possa, in tempi ragionevoli, risalire nuovamente di categoria.
Saranno giorni e settimane infuocate le prossime, soprattutto per le scelte scellerate compiute da una proprietà sin troppo sparagnina e inadeguata rispetto alle legittime ambizioni di una piazza calcistica fra le più importanti d’Italia. D’altronde, l’esito infausto della Stagione era altrettanto prevedile se si considera che sono state disputate ben 38 gare con una rosa priva di attaccanti competitivi.
Ora, naturalmente, si chiederanno sia la testa di Guarascio che quella del mister, anche perché la rabbia monta ed il capro espiatorio necessita, come sempre, di un volto riconoscibile, con tratti evidenti e abbastanza definiti. Tuttavia, l’esperienza accumulata in questi 3 anni di Serie B, poco o nulla hanno insegnato all’imprenditore di Parenti e basterebbe solo questo dato per indurlo a cedere un Club, in realtà, mai gestito con l’indispensabile passione. Ma, attenzione, in riva al Crati più che reinventarsi, c’è bisogno di ricostruire, magari con l’arte paziente dei migliori artigiani.