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Con l’inizio della fase 2 l’Italia prova a ripartire, anche se ad essere allentate saranno solo alcune restrizioni. Intanto, per gli spostamenti di lavoro si calcola che saranno oltre 4 milioni gli italiani a recarsi sul posto di lavoro, specie nelle Regioni più a rischio. A riguardo qualcuno ha già cercato di intravvedere una sorta di “disuguaglianza di genere” poiché su 4,4 milioni di lavoratori totali che rientrano, ben 3,3 milioni sono uomini (pari al 74,8%) mentre solo 1,1 milioni sono donne (il restante 25,2%).

Cosicché, dopo 55 giorni di lockdown per circa due mesi di blocco totale, in cui l’export italiano si è quasi fermato, molte Aziende riprendono la loro produzione fra cui il settore delle auto, quello della moda ed i cantieri edili. La Pubblica Amministrazione, invece, continuerà ad andare avanti anche in modalità smart working, ma c’è il rischio, oltretutto, per i propri dipendenti che la cassa integrazione da Covid-19 potrebbe comportare il taglio del cosiddetto bonus Renzi di 80 euro.

Nelle grandi città si teme, comunque, il caos e le code per i trasporti pubblici, a seguito dell’aumento dei passeggeri ed il cambio, su tutto il territorio nazionale, dei tempi e le modalità di viaggio. La tensione, in ogni caso resta alta, alimentata anche dalle incertezze sul come condividere gli spazi resi disponibili.

In realtà, Palazzo Chigi ha atteso con molta ansia che scattasse – l’ora x – provando quasi a fare gli scongiuri. Il rischio di una risalita dei contagi tuttavia esiste, questo lo sanno in molti, a cominciare dagli zelanti tecnici che da qualche mese collaborano con il Governo.