Sono 13 gli esperti inviati in Cina dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per indagare sulle origini del Covid. Sono atterrati a Wuhan Giovedì 14 Gennaio. Le autorità locali, al momento, gli hanno imposto due settimane di quarantena
E’ un tema che ha ispirato una serie di interminabili ipotesi, facendo scatenare fantasie ed illazioni su complotti e spionaggio da poterci scrivere infinite pagine di romanzi gialli. Invocate, ormai, da più di un anno, sono state spesso ostacolate da trattative e ritardi nei visti.
Il Governo cinese, intanto, ha promesso di collaborare, senza però chiarire che tipo di accesso sarà consentito per eventuali prove da ricercare. Confortano, però, le parole del vice Direttore del Centro cinese per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie, Feng Zijian: «La Cina chiede una ricerca collettiva internazionale sul virus. Gli esperti cinesi lavoreranno a stretto contatto con gli esperti dell’OMS per svolgere il loro lavoro».
Ma la Cina, in realtà, non ha fatto altro in questi mesi che ostacolare l’ingresso degli esperti con assurde lungaggini burocratiche. Questo, almeno, è quanto pubblicamente denunciato dal Direttore Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus. Quello che, comunque, dovrebbe iniziare da qui a breve è un complesso studio sull’origine della pandemia, partendo proprio dal mercato di Wuhan, contesto dal quale tutto ebbe inizio.