E’ l’ora della quarta votazione, quella che nella storia della Repubblica ha sbloccato diverse impasse per fare eleggere il nuovo Presidente, in cui è richiesta la semplice maggioranza dei voti e non quella ‘qualificata‘
La matassa sembra non sbrogliarsi con il rischio che la maggioranza di Governo possa definitivamente sbriciolarsi dinanzi ad una prova di forza del Centro-destra. La rosa dei nomi proposta da Salvini, infatti, sembra non aver suscitato particolare interesse sul fronte opposto e neanche il nome della Casellati è servito a far convergere sulla sua (eventuale) elezione quel largo consenso evocato a più riprese dal Segretario del PDEnrico Letta.
A questo punto potrebbe essere il democristiano di lungo corso Pier Ferdinando Casini a trovare il gradimento nelle fila dei cosiddetti giallo-rossi e a rendere la vicenda molto meno complicata di quanto appare. Con molta probabilità le resistenze verso il politico bolognese sono da registrare proprio all’interno dello schieramento che per lunghi anni lo ha visto protagonista in prima linea nelle vicende politiche italiane. D’altronde è risaputo che ciò che si sta cercando di evitare è un prevalere a tutti i costi dell’asse Meloni-Salvini in modo che possa quantomeno restare in piedi la maggioranza che sostiene il premier Draghi a Palazzo Chigi.
Troppo sono le problematiche che preoccupano il Paese: dall’emergenza sanitaria al caro-bollette, dalla crisi ucraina alla gestione del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilenza). In ogni modo, non potrà durare ancora a lungo la ‘melina‘ dei partiti. Una soluzione dev’essere trovata in tempi ragionevoli, in nome dei delicati equilibri sui quali si sta reggendo l’attuale Governo, evitando che il primo atto del nuovo Capo dello Stato sia quello di sciogliere il Parlamentoed indire nuove elezioni.