Primo risultato della nuova campagna di scavi cominciata il 4 Aprile scorso. Prosegue, dunque, l’impegno del Mistero della Cultura nello studio delle testimonianze di un’antica civiltà mediterranea
Risultati immediati per la nuova campagna di scavi nel Sito della necropoli nuragica di Mont’e Prama, avviata ad Aprile dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna. A pochi giorni dall’inizio del cantiere, infatti, che sta interessando un terreno nella parte meridionale del Sito Archeologico nel Comune di Cabras, sono emersi i torsi e altri frammenti di due nuove statue, entrambe identificate come ‘Pugilatori del tipo Cavalupo‘ per il grande scudo flessibile avvolto davanti al tronco.
«Una scoperta eccezionale – ha dichiarato il Ministro Dario Franceschini – alla quale ne seguiranno altre, a conferma del significativo impegno del Ministero su questo Sito straordinario, che non ha eguali nel Mediterraneo. Il ritrovamento di altri due Giganti, infatti, avviene a poco meno di un anno dalla nascita della Fondazione che vede il MiC, il Comune di Cabras e la Regione Sardegna impegnati nella valorizzazione di una delle maggiori testimonianze di un’antica civiltà mediterranea. Due nuove gioielli si aggiungono così a questo gruppo statuario dal fascino misterioso, capace di attirare l’attenzione del mondo intero».
Il suggestivo e misterioso gruppo dei Giganti di Mont’e Prama si arricchisce così di altre due unità grazie a un ritrovamento che certamente non rimarrà isolato, date le promettenti quantità, qualità e condizioni di conservazione dei resti archeologici sepolti nel settore meridionale della necropoli nuragica. «Mentre i frammenti di piccole e medie dimensioni vengono quotidianamente messi in evidenza, documentati nella giacitura sul terreno e recuperati – ha, inoltre, dichiarato la Soprintendente Monica Stochino – i due grossi e pesanti blocchi dei torsi avranno bisogno di tempo per essere liberati dal sedimento che li avvolge».
Il cantiere in corso, finanziato dalla Soprintendenza, durerà tutta la primavera. L’attuale intervento di scavo è il risultato dell’inteso lavoro di preparazione scientifica e tecnica condotto dagli archeologi Alessandro Usai e Maura Varigiu, dall’antropologa Francesca Candilio, dalla restauratrice Georgia Toreno e dall’architetto Elena Romoli.
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