Che il calcio fosse un gioco incredibilmente folle lo abbiamo capito sin da bambini quando, nell’incoscienza dell’età, quasi al limite del fantastico, si correva dietro le traiettorie di una palla straordinariamente imprevedibile e sfuggente. La stessa palla, diventata nel frattempo metafora della vita, si continua ancora a rincorrerla, nel regno quasi magico e incantato di un prato sempre verde.
Soltanto lei, infatti, è in grado di donare emozioni così forti e mutevoli, da sospingere il cuore sulle sommità della gioia più incontenibile sino a ricacciarlo negli abissi più cupi della disperazione. Ed è quello che, esattamente, è successo ai tifosi del Cosenza nell’assistere alla gara contro il Pescara. Una partita incredibilmente assurda, ma vera.
In realtà, l’attesa era già carica di pathos per le tante aspettative legate al risultato. Dopodiché, nel finale, si è rimasti a lungo col fiato sospeso. Bisogna, difatti, risalire ai tempi di Italia-Germania in Mexico ’70 (e non è retorica dei sentimenti), per rivivere una sfida così avvincente ed imponderabile, almeno sul piano della pura passione sportiva.
Il Cosenza, tuttavia, meritava la vittoria, ma ancora una volta è uscito sconfitto dal rettangolo di gioco. Una sconfitta che, nonostante possa incidere sul morale della squadra, lasciando aperte ferite profonde, getta comunque una luce sinistra sull’attuale classifica dei LUPI, ormai sprofondati nel baratro della zona retrocessione.
Oltretutto, Domenica prossima al San Vito-Marulla arriverà la super corazzata Benevento e i silani si vedranno costretti a giocare con un centrocampo decimato dalle squalifiche di Sciaudone e Kanouté e con l’attacco probabilmente spuntato a causa dell’infortunio di Revière.
L’ambiente, a questo punto (sfortuna a parte), deve inevitabilmente ricompattarsi e ritrovare lo spirito gusto, oltre che lo slancio necessario, per tentare l’immediata risalita. Di conseguenza, non è questo il momento di pensare all’eventuale esonero di Braglia. Semmai, l’avvicendamento di panchina andava fatto prima. Adesso non avrebbe più alcun senso, specie ora che la nave rischia di affondare.
La squadra vista a Pescara, al contrario, ha confermato alcune certezze intorno alle quali costruire la necessaria convinzione di poter conquistare la salvezza. I ragazzi, al di là dell’ingenerosa sconfitta per 2 a 1, vanno in ogni caso elogiati per aver tenuto il campo con personalità e carattere. Ci hanno creduto sino alla fine e soltanto la voglia di vincere ha impedito loro di accontentarsi del pareggio.
Dopo tutto, oltre ai soliti Perina, Kanouté e Lazaar, anche gli ultimi innesti hanno messo in mostra ottime qualità. Asencio, Prezioso e Casasola, ad esempio, hanno tutti contribuito ad innalzare il tasso tecnico dell’organico, dando più consistenza ai reparti ed equilibrio al gioco espresso.
Per cui, a Cosenza niente è ancora perduto. Bisogna continuare a crederci, come ha dichiarato lo stesso Braglia al termine della gara: «Nel primo tempo abbiamo avuto diverse palle gol. L’espulsione di Sciaudone è inventata, non è un alibi ma ci ha penalizzato perché avevamo la partita in pugno. Poi ci si sono messi di mezzo anche gli infortuni.
E’ un periodo no, dispiace perché anche oggi la squadra si era comportata bene. Abbiamo sbagliato l’atteggiamento negli ultimi quindici minuti, capisco la voglia di vincere dei ragazzi, ma non si può prendere un gol così al 95′. Purtroppo le prestazioni non contano perché la realtà è amara e dice che siamo alla quarta sconfitta di fila. Se giochiamo come abbiamo fatto oggi ci possiamo salvare. Se continueremo con questa umiltà e questa cattiveria le partite gireranno anche dalla parte nostra».
IL TABELLINO DEL MATCH:
PESCARA: Fiorillo; Bettella, Drudi, Scognamiglio; Zappa, Memushaj, Palmiero, Melegoni (46′ Crecco), Del Grosso (65′ Kastanos); Galano, Maniero (83′ Bocic). A disp.: Alastra, Bruno, Elizalde, Clemenza, Pavone, Mane, Marafini, Borrelli, Masciangelo. All. Legrottaglie
COSENZA: Perina; Capela, Monaco, Idda; Casasola, Prezioso (78′ Broh), Kanouté, Sciaudone, D’Orazio (66′ Lazaar); Asencio, Rivière (32′ Pierini). A disp.: Saracco, Corsi, Carretta, Bahlouli, Schiavi, Bittante, Baez. All. Braglia
ARBITRO: Antonio Rapuano di Rimini (Mokhtar – Tardino)
IV UOMO: Federico Dionisi di L’Aquila
MARCATORI: 53′ Asencio (C), 68′ Zappa (P), 94′ Bocic (P)
NOTE: Serata gradevole con temperatura di 10° C circa, terreno di gioco in buone condizioni. Presenti nel settore ospiti un centinaio di tifosi rossoblù
Ammoniti: 3′ Kanouté (C), 34′ Drudi (P), 40′ Scognamiglio (P), 46′ Palmiero (P), 55′ Prezioso (C), 89′ Perina (C), 95′ Bocic (P)
Espulsi: al 47′ Palmiero (P) per doppia ammonizione; al 57′ Sciaudone (C); al 73′ il DS rossoblù Stefano Trinchera; al 96′ Kanouté (C) per doppia ammonizione
Angoli: 8-3 (pt 5-0)
Recupero: 3′ pt; 6′ + 1′ st
*L’immagine in evidenza è tratta dal Sito Ufficiale del Cosenza Calcio