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La Domenica di Pasqua si avvicina e con essa lo scoppio del Carro, una tradizione vecchia quasi mille anni

Fervono in città i preparativi del Brindellone, il celebre Carro che ogni anno a Pasqua viene condotto da una coppia di buoi fino al Duomo di Firenze, tradizione tanto cara ai fiorentini. Il Brindellone, infatti, cosiddetto Carro di fuoco scortato da 150 fra armati, musici e sbandieratori del Corteo Storico della Repubblica Fiorentina, si muove dal Piazzale del Prato, trainato da bianchi bovi.
Lo scoppio è una cerimonia che riveste un significato particolare, soprattutto per gli abitanti, poiché chiama in causa motivi storici e devozionali intimamente connessi all’identità della città. Basta pensare agli auspici tratti per secoli dal volo della Colombina che dall’altare maggiore del Duomo raggiunge il Carro provocandone, appunto, lo scoppio. Dall’andamento di quella corsa si è sempre fantasticato su come si sarebbe presentata nelle campagne l’imminente Stagione dei raccolti.
La parola Brindellone, tra l’altro, appartiene al gergo fiorentino e definisce una persona alta, ciondolante, magari un po’ malferma e un po’ pezzente, a cui si guarda però con un certa affettuosità e con una sostanziale simpatia. Questa festa risale ai lontani tempi della prima Crociata ed, in particolare, al ritorno da Gerusalemme del capitano fiorentino Pazzino dei Pazzi che porto con sé alcune scaglie di pietra del Santo Sepolcro.
Fu, infatti, la famiglia dei Pazzi con la costruzione del monumentale Carro di fuoco, a gettare le basi dell’odierna cerimonia che, in maniera simbolica, distribuisce il fuoco benedetto a tutta la città. A partire dal XVII° secolo la cerimonia assunse le caratteristiche attuali, con quattro buoi graziosamente agghindati che trainano il Brindellone dalla sede del Prato al Duomo.