Era scrittrice, antifascista e madre di Aldo, Carlo e Nello Rosselli

Firenze le ha reso omaggio intitolandole un’area pedonale a Porta al Prato, in prossimità del Viale che porta il nome dei suoi 2 figli uccisi in Francia nel 1937 per mano dell’estrema destra e in collusione con i Servizi Segreti fascisti. Furono illustri fondatori di Giustizia e Libertà, il Partito che gettò le basi per il movimento partigiano.
La donna era nata a Venezia da una famiglia ebrea, che vantava tradizioni risorgimentali. Il padre di Amelia aveva combattuto alla difesa di della città durante la rivoluzione del 1848 ed il cugino, un certo Leone Pincherle, aveva fatto parte del Governo provvisorio. Giovanissima si sposò con Giuseppe Emanuele Rosselli, di famiglia ebrea, imparentata con i Nathan, nella cui casa pisana era morto ancora in clandestinità Giuseppe Mazzini.
Amelia Pincherle Rosselli fu drammaturga, traduttrice ed attivista nel nascente movimento delle donne, nonché autrice di libri e figura eccezionale non soltanto come madre dei suoi figli morti per l’Italia, ma veramente meritevole di essere ricordata fra le grandi italiane di del secolo scorso. Basta ricordare che dopo la Liberazione, rientrata nella Penisola, si batte per il voto alle donne.
Non si potrebbero capire le figure dei fratelli Rosselli se non si conosce la grande personalità della madre. Dedicandole un luogo pubblico, la città di Firenze evidenzia che il contributo delle donne alla battaglia per la democrazia e la libertà dev’essere ricordato con la dovuta importanza, specie, per le future generazioni.