La nuova composizione è il riflesso di una Chiesa globale

Quando i Cardinali entrano nella Sistina, salta tutto, anche gli scenari che essi stessi, alla vigilia, si erano prefigurati. In fin dei conti non si tratta di stabilire, in astratto, se il nuovo eletto, stavolta, debba essere Conservatore o Progressista, se sia arrivato il turno di un africano o di un asiatico, se piuttosto non sia il caso di tornare agli italiani e così via. Sul Papa del ‘futuro’ regna tuttavia l’incertezza.
Mentre votano, gli elettori si rendono conto che, invece, stanno scegliendo una persona alla quale affideranno un potere assoluto, di diritto Divino, che non ha eguali in nessun’altra Istituzione del pianeta. Alla fine si sceglie una persona, non uno schema astratto. Altrimenti non si spiegherebbe come sia stato possibile che nel 2013 uno dei Conclavi sulla carta più Conservatori della storia, abbia potuto eleggere un Prete di strada, come il Cardinale Bergoglio.
Nel corso di 12 Concistori, Francesco ha nominato l’80% dei Cardinali che sceglieranno il suo successore, ma questo non significa affatto che il successore sarà a sua immagine e somiglianza, anche perché i 110 elettori nominati dal Papa argentino non sono affatto un gruppo omogeneo. Di certo è che il Conclave non è mai stato così vario e rappresentativo dell’intero pianeta.