528 pacchi di alimenti consegnati alle famiglie, 80 volontari impegnati nel confezionamento e nella distribuzione, quasi 300 ore di volontariato rese alla Comunità. Sono questi i numeri delle prime tre settimane di lavoro di Insieme #andràtuttobene, il protocollo d’intesa finalizzato all’assistenza delle fasce deboli della città di Cosenza durante l’emergenza Coronavirus, promosso dal Comune, il CSV, la Caritas diocesana, il Banco Alimentare della Calabria, la Croce Rossa Italiana e la Fondazione Casa San Francesco d’Assisi.

L’emergenza, oltre ad essere sanitaria è, infatti, di carattere sociale. Le persone in difficoltà si sono rivolte all’Amministrazione comunale che ha provveduto a raccoglierne i bisogni. Il Banco Alimentare ha messo a disposizione il cibo, il CSV è stato chiamato a coordinare e gestire Associazioni e nuovi volontari nel confezionamento dei pacchi e nella consegna a domicilio, Casa San Francesco si è occupata del trasporto insieme alla Croce Rossa e la Caritas ha attivato la sua rete di parrocchie.

Soddisfazione per i primi risultati conseguiti dal progetto è stata espressa dall’Assessore al Welfare di Palazzo dei Bruzi, Alessandra De Rosa. «Ero certa – ha sottolineato – che facendo leva sul sistema di solidarietà e sussidiarietà garantito dal Terzo Settore, i risultati non avrebbero tardato ad arrivare. Obiettivo del nostro progetto è quello di renderlo il più inclusivo possibile, con un’apertura a tutte le realtà che già stanno meritoriamente lavorando per dare risposte concrete ai bisogni. Adesso è necessario pensare ad una fase 2, ripartendo con una progettualità condivisa che possa rispondere alle reali esigenze delle persone in difficoltà nella nostra città ».

Mentre per il Presidente del CSV di Cosenza, Gianni Romeo «È necessario pensare ad un coordinamento strutturato che preveda la partecipazione di Istituzioni locali, Enti di istruzione e ricerca e Terzo Settore. Da questo grande lavoro è emersa anche qualche criticità che ci ha aiutato a capire che da soli non si va da nessuna parte. Bisogna superare la logica del proprio orticello e lavorare in una prospettiva più ampia tenendo presente il bene comune».