Dopo ben 16 anni dall’inizio dei lavori si completò la più grande opera architettonica del Rinascimento
A Filippo Brunelleschi venne giustamente attribuito il titolo di ‘genio‘. Non si trattava solo di un’opera di un grande valore storico-architettonico, ma anche di una realizzazione ‘misteriosa‘, tanto che ancora oggi abbiamo dei dubbi su come possa stare in piedi sfidando le leggi stesse della fisica.
La Cupola, che al momento della costruzione era la più grande del mondo nel suo genere, poneva per le sue dimensioni tutta una serie di problemi che le tecniche costruttive dell’epoca non erano in grado di risolvere. La sua forma ottagonale, al posto della classica forma piana, rendeva infatti impossibile il metodo tradizionale delle cèntine d’appoggio.
Questo problema impegnò Filippo per molti anni, soprattutto in studi che volsero lo sguardo fuori dai confini europei fino, forse, alle sabbie arabe. Le soluzioni tecniche furono uniche e innovative, proiettate verso un orizzonte visionario e dal segreto non ancora completamente svelato.
La Cupola di Santa Maria del Fiore aveva segnato al contempo un punto d’inizio e uno di arrivo ineguagliabili. Varie le teorie che hanno provato a svelarne la tecnica, dal sistema a doppia Cupola, dove quella interna è portante anche della prima, alla rivoluzionaria disposizione dei mattoni a spinapesce.
Ma quello che più conta è che stia lassù, a sovrastare la città dai sui 116 metri di altezza. Per la precisione, la struttura si può considerare definitivamente completata solo nel 1461, con l’apposizione della lanterna sulla sommità.