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Il 9 Maggio 1978 A Roma, in Via Caetani, dietro Botteghe Oscure Sede del Partito Comunista e vicino a Piazza del Gesù, segreteria della Democrazia Cristiana, viene fatta trovare una Renault 4 rossa con il corpo senza vita dello statista democristiano

Il rapimento di Aldo Moro avvenne in un giorno particolare: il nuovo Governo, guidato da Giulio Andreotti, sta per essere presentato in Parlamento per ottenere la fiducia.
E per la prima volta nella storia repubblicana a sostenere quel Governo c’è anche il Partito Comunista  a creare le condizioni per quello che fu definito il Compromesso Storico.
Significa che due partiti, DC e PCI, di solito schierati su fronti opposti, avevano trovato un accordo per realizzare un programma di rinnovamento del nostro Paese che potesse andare bene a più persone possibile.
Dopo la rivendicazione del rapimento da parte delle Brigate Rosse con un messaggio all’Agenzia di Stampa ANSA, l’Italia intera si blocca sotto choc.
Gli Uffici si chiudono, i genitori vanno a prendere i propri figli a Scuola. Per la ricerca di Moro vennero impiegati 172 mila uomini fra Carabinieri e Poliziotti che effettuarono 6 mila posti di blocco e 7 mila perquisizioni domiciliari controllando in totale 167 mila persone e 96 mila autovetture.
Le forze politiche reagirono dividendosi fra coloro che volevano trattare con i brigatisti e quelli che, invece, seguirono la linea della fermezza. E fra quest’ultimi si schierò anche il Partito di Aldo Moro, la DC. Di fatto i maggiori Partiti dell’epoca, decisero che non vi sarà nessuna trattativa per ottenere la ‘scarcerazione‘ di leader democristiano.