Ad un anno di distanza, ritorna una sfida che valse la salvezza
Questa volta la gara si svolge al San Vito-Marulla e non al Rigamonti, ma per entrambe le squadre, anche se per motivi diversi, si tratta nuovamente di una sfida importante, che vale punti fondamentali per la Classifica. Il Brescia, reduce dal pareggio casalingo contro il Catanzaro, affronta la trasferta in Calabria memore della sconfitta nei playout contro la formazione guidata da William Viali, che guarda caso siede un’altra volta sulla panchina dei Lupi e si prepara ad un altro serrato confronto.
A parte i 30 anni compiuti da Dimitri Bisoli, arrivato nel 2016 e oggi con 258 presenze e 27 goal, non c’è un clima di particolari festeggiamenti nella compagine biancoazzurra. La gara è tosta e di questo ne è consapevole anche mister Rolando Maran. La squadra, oltretutto, sui campi del Torbole Casaglia ha preparato bene la gara contro il Cosenza per la quale, salvo ripensamenti dell’ultima ora, tornerà a disposizione il portiere Luca Lezzerini. Nei giorni scorsi avevano, intanto, lavorato in differenziato sia Paghera che Borrelli, i quali non dovrebbero avere problemi in vista del match di questa Pasquetta.
Da Cosenza a Bari, dunque, un viaggio con 4 gare in casa e 4 fuori, per tentare l’incognita dei playout. Il Brescia, tuttavia, può essere considerato la vera rivelazione di questa Serie B, dato che è quasi identico a quello della passata Stagione che, come tutti ricardano, retrocedette in Serie C. Probabilmente, la differenza fra la rosa passata e quella dell’attuale Campionato, la fa Gennaro Borrelli, centravanti che il 10 Marzo scorso ha compiuto 24 anni. Chi bazzica nel mondo del calcio, sa che da tempo il ragazzo aspetta la sua consacrazione.
Borrelli, infatti, è sbarcato a Brescia l’ultimo giorno della sessione di mercato estivo, in prestito con diritto di riscatto dal Frosinone. Così la piena valorizzazione dell’attaccante sta arrivando soltanto in Lombardia. Per lui, quindi, potrebbe essere molto importante disputare i playoff di B, che sono sempre una vetrina seguitissima da chi cerca talenti emergenti.
Nativo di Campobasso, era stato un gioiellino del vivaio Pescara. Gli abruzzesi l’avevano mandato in giro, guarda caso prima a Cosenza, poi alla Juve Stabia ed, infine, al Monopoli, prima che il Frosinone, nell’estate 2022, decidesse di investire su di lui. Nello scorso Campionato, pur giocando ad intermittenza per la scarsa fiducia da parte di Fabio Grosso ha, comunque, segnato 6 goal, mostrando già allora di essere una prima punta di peso.
In un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport ha, inoltre, raccontato la sua esperienza alle Rondinelle: «Calma, io non ho grandi traguardi – avrebbe detto il calciatore – ne inseguo uno alla volta. Ora cerco di aiutare il Brescia a fare i playoff, poi vediamo». In tutto questo c’è da dire che da quando è arrivato mister Maran, il Brescia ha lavorato per rendere una manovra offensiva al quanto sterile, molto più incisiva e pericolosa di quanto non lo fosse prima.
Davanti ha piazzato un centravanti dalle capacità di Borrelli, uno che fa salire la squadra e fa gioiosamente a sportellate con i difensori. È lui, per l’appunto, che al di là dei moduli, ha rilanciato la squadra in poco tempo, sotto molti punti di vista. C’è chi pensa che in un gruppo tutti debbano stare sulla graticola in ogni senso (fuori dalla comfort zone) e chi, invece, ritiene che essere chiamati a fare ciò per cui si è portati, aiuti e giovi soprattutto agli altri.
Maran è decisamente di questo secondo avviso ed, infine, ha ammesso: «Ho qualche panchina in più sulle spalle. Ho maturato tante cose. L’esperienza ti modella. Nei periodi in cui non ho allenato, ho visto tante partite e fatto molte analisi. È stato uno stimolo. Ho cercato coperture del campo diverse e più soluzioni offensive, con maggior rigore tattico».
Ora si gode questo momento decisamente inaspettato, perché a suo giudizio la squadra «sa come reagire nei momenti difficili» ed è pronto anche ad aprire un ciclo, perché in fondo «per quello che stiamo vivendo, non avrei dubbi. Sono tornato senza pensare al tempo, ma per fare un percorso». Per cui l’allenatore di Trento, che dal lontano esonero avvenuto nel 2006 ha, infine, riconosciuto che da quella data ha sempre sperato di poter «riallacciare quel filo. Sono sempre rimasto vicino a questo Club e volevo fortemente tornare e chiudere il cerchio».
*L’immagine in evidenza è a cura del Brascia Calcio