Questa volta contro il Venezia è stata una vera e propria imbarcata per una formazione, purtroppo, fragile ed inconsistente in ogni reparto. Nessuna nota positiva da parte dell’undici rossoblù che possa, comunque, far sperare una concreta possibilità di salvezza
Doveva essere il mercato di riparazione a risolvere i problemi del Cosenza ed, invece, per l’ennesima volta, ci si ritrova a raccogliere i cocci di una prova a dir poco disastrosa, sotto tutti gli aspetti, non solo in attacco. D’altronde, con una squadra ‘emotiva’ e priva di qualsiasi qualità non si potevano, in alcun modo, ribaltare i valori in campo, specie in una Serie B che quest’anno è sembrata essere di un livello decisamente superiore rispetto al recente passato. Una sorta di A 2, tanto per intenderci, per cui era impensabile affrontarla in queste condizioni.
Com’è triste Venezia recita, oltretutto, il titolo di una famosa canzone dello chansonnier francese Charles Aznavour. E mai come adesso, di riflesso, la città veneta lo è, specie nel giorno della malinconica scomparsa dell’ex Presidente Giuseppe Carratelli. Altri tempi, però, e altro Cosenza. E così dopo le tre sconfitte casalinghe consecutive (Brescia, Lecce e Reggina), gli uomini di Zanetti hanno trovato il modo di rilanciarsi in classifica, grazie alla prova opaca e ‘suicida’ di un avversario che per tutto l’incontro non ha mai dimostrato il carattere e la forza necessaria per imporsi, nonostante Ascoli e Pescara, dirette concorrenti nella corsa salvezza, avessero vinto e pareggiato contro Monza, l’una, e Brescia, l’altra.
Troppa, infatti, la differenza fra le due formazioni viste allo Stadio Pier Luigi Penzo. Disordinati ed inconcludenti i calabresi, disinvolti ed agguerriti i veneti. Bastava guardare la prestazione di Kone da una parte e a quella di Molè dall’altra, per capire il profondo abisso che, sul piano tecnico, distanziava le due squadre. Sono, dunque, bastati i canonici dieci minuti di gioco, che il Cosenza si è sciolto come neve al sole. Un risultato pesante per il primo 3 a 0 della Stagione, che tuttavia sa più di resa che di sconfitta.
Venezia in vantaggio con Ceccaroni al 43′ e raddoppio con la saetta di Crnigoj al 58′. Ci ha poi pensato il subentrato Esposito al 79′ a chiudere definitivamente i conti con la perfetta esecuzione su calcio da fermo. Silani mai pericolosi tranne che in una rara occasione, capitata al minuto 52′ sulla testa di Ingrosso che impegnava severamente Maenpaa, nel raccogliere un angolo battuto da Tremolada. Neanche i cambi effettuati da Occhiuzzi sono, comunque, serviti ad invertire le sorti del match ed è altrettanto difficile comprendere come il nocchiero della miracolosa salvezza dell’estate scorsa possa, a questo punto, condurre una malconcia imbarcazione verso un porto più sicuro, tra l’altro, a poche giornate dalla fine del Campionato.
IL TABELLINO DEL MATCH:
VENEZIA: Maenpaa; Mazzocchi, Svoboda, Ceccaroni, Ricci; Crnigoj (84′ St Clair), Fiordilino (84′ Rossi), Maleh; Aramu (64′ Esposito); Di Mariano (64′ Johnsen), Forte (75′ Dezi). A disposizione: Pomini, Ferrarini, Molinaro, Cremonesi, Felicioli, Bocalon, Karlsson. All. Zanetti
COSENZA: Falcone; Ingrosso, Idda, Legittimo; Bouah (59′ Corsi), Kone (46′ Bahlouli), Sciaudone (59′ Sacko), Crecco; Tremolada (70′ Trotta); Carretta (5′ Sueva), Gliozzi. A disposizione: Matosevic, Saracco, Tiritiello, Schiavi, Vera, Antzoulas. All. Occhiuzzi
ARBITRO: Giacomo Camplone di Pescara (Scatragli – Saccenti)
IV UOMO: Matteo Gariglio di Pinerolo
MARCATORI: 43′ Ceccaroni, 58′ Crnigoj, 79′ Esposito
NOTE: Partita disputata a porte chiuse. Cielo nuvoloso con pioggia a tratti e temperatura di circa 11°C. Terreno di gioco in buone condizioni. Prima del calcio d’inizio è stato osservato un minuto di raccoglimento in memoria dell’avvocato Giuseppe Carratelli, ex Presidente del Cosenza Calcio scomparso quest’oggi. Per l’occasione il Cosenza ha indossato la fascia di lutto al braccio
Ammoniti: 9′ Idda (C), 51′ Sciaudone (C), 62′ Legittimo (C), 75′ Forte (V)
Angoli: 9-3 (pt 4-2)
Recupero: 1′ pt; 3′ st