5 anni

Si agitano le acque della Serie B. Fra sentenze imprevedibili e successivi disappunti e malumori da parte di tifosi ed addetti ai lavori, si è venuto a creare un clima a dir poco insofferente. A fare da cornice, inoltre, un mercato che comincia a ridisegnare gli equilibri fra i club che dovranno prendere parte al Campionato 2019-2020.

Anche per il Cosenza, impegnato sino ad ora sulla questione Stadio, non sono mancati le prime importanti fluttuazioni dovute alla partenza di calciatori che si sono rivelati ancora una volta determinanti nella trascorsa stagione.

Tutino e Garritano, ad esempio, tramite i loro profili social, hanno già salutato i tifosi. Il bravo Gennaro, infatti, ha scritto su Istagram: «Ho avuto bisogno di tempo per ordinare e metabolizzare le troppe emozioni. Sono state due stagioni incredibili».

Nel frattempo il Napoli, insieme all’immenso Luca Palmiero, lo ha già inserito nella trattativa con il Sassuolo per tentare l’acquisto del calabrese Berardi. E se si considera che il Parma sembra ormai ad un passo decisivo nell’accaparrarsi Dermaku, il quadro che affiora appare abbastanza chiaro ed evidente: un ciclo importante si è chiuso, ora occorre riaprirne un altro.

La domanda che, al di là del badget societario, sembra a questo punto sorgere spontanea è la seguente: «esiste la possibilità di riaprire un nuovo ciclo con un allenatore che ha da poco rinnovato, ma soltanto per un anno»?

In tutta onestà, non siamo scettici o delusi di fronte alle parole del Presidente Guarascio quando sostiene che l’obiettivo della Serie A dev’essere raggiunto con la politica dei “piccoli passi”. E’ vero o non è vero che il Cittadella, squadra con il più basso monte ingaggi di tutta la Serie B, si appresta, Verona permettendo, a compiere il grande salto nell’Olimpo del calcio?

Quello che, invece, si vorrebbe capire un po’ meglio è che cosa s’intende per strategia dei “piccoli passi”, quando c’è in atto, all’interno della rosa, una sorta di “rivoluzione” che, oltretutto, non non trova nel Settore giovanile uno dei suoi punti di forza.

Tuttavia, risulta abbastanza difficile credere che si possa andare lontano nel momento in cui, dinanzi ad una evidente carenza di programmazione, l’unica risposta plausibile e rassicurante sia quella di affidarsi all’estro e alle capacità, tra l’altro mai messe in discussione, di un eccellente quanto “illuminato” Direttore Sportivo.