A 500 anni dalla morte del genio più amato della storia universale anche la città di Cosenza celebra Leonardo come merita e come avviene nel resto del mondo.
Infatti, sarà inaugurata Martedì 15 Gennaio nel Museo Multimediale di piazza Bilotti la mostra Da Vinci Alive Experience – 500 Years of Genius, con la possibilità di acquistare i biglietti a partire dalle 10:00 dello stesso Martedì e con un’anteprima per la stampa fissata quel giorno alle ore 11:00 per aprire quindi, subito dopo, l’ingresso al pubblico.
Un vero e proprio spettacolo di immagini emozionali ed emozionanti che catapultano in un’esperienza immersiva come già l’open space bruzio, luogo destinato esclusivamente a questo tipo di proiezioni, ha abituato a vivere. Un’esposizione virtuale che è ispiratrice e che potrà essere visitata fino al prossimo 30 giugno.
Ma, per uno scherzo del destino, proprio quando, nel 2019, ricorrono i 500 anni dalla scomparsa del grande artista, succede che a Saracena, in provincia di Cosenza, viene ritrovata una copia dell’Ultima Cena, uno dei lavori più famosi del pittore rinascimentale. La notizia, infatti, è di qualche settimana fa.
L’opera, in gran parte rovinata, è stata dipinta su un muro del convento dei Cappuccini, abbandonato ormai da anni e ridotto a rudere, raggiungibile soltanto a piedi. Lo hanno reso noto le Associazioni Mistery Hunters e Mistyca Calabria.
Il convento, è scritto in una nota, fu fondato nel 1588 e acquisì particolare importanza nei secoli XVII e XVIII, diventando sede del noviziato e luogo di studi. Tra alti e bassi chiuse definitivamente nel 1915. L’ultimo utilizzo fu come prigione fra il 1917 ed il 1918.
Contrariamente a quanto si è pensato sino ad ora, dunque, di Ultime cene leonardesche esiste una copia in più rispetto alle uniche due presenti in tutto il mondo e la ragione di una tale abbondanza è facilmente spiegabile con il successo mondiale dell’opera.
Le copie famose sono quella a grandezza naturale del Giampietrino che dalla sua sistemazione originale della Certosa di Pavia si trova oggi al Magdalen College di Oxford e un’altra, decisamente più ridotta, attribuita a Marco d’Oggiono, dipinta ad olio su tela, è in esposizione al Museo del Rinascimento del Castello di Ecouen, di proprietà del Louvre.