Per la prima volta Giorgia Meloni pronuncia una condanna inequivocabile del nazifascismo
Lo ha fatto nel passaggio conclusivo del messaggio scritto per il Giorno della Memoria, nel quale il Presidente del Consiglio cita, legandola alla Shoah, «la malvagità del disegno criminale nazifascista e la vergogna delle leggi razziali del 1938». Una malvagità su cui «non deve cadere l’oblio». Le parole della premier, infatti, sul fascismo non erano mai state così nette.
Il rapporto di Meloni e del suo Partito con il passato è stato spesso oggetto di polemiche politiche. Com’è noto, Fratelli d’Italia raccoglie l’eredità della Destra postfascista e conserva ancora nel suo simbolo la fiamma del Movimento Sociale. Stavolta però la premier non ha usato parole ambigue o formule omissive.
Anche lo scorso anno, in realtà, in occasione della stassa giornata, il messaggio della premier riconosceva «l’infamia delle Leggi razziali», uno dei marchi storici del ventennio mussoliniano, ma la parola nazifascista non era mai comporsa. Prima di ieri, dunque, Meloni non era mai riuscita a pronunciare il termine «fascista», in ogni sua declinazione, in una frase di condanna. Nemmeno in relazione alla strage di Bologna.