Per tutto il 2023 è visibile al Museo in Trastevere di Roma la mostra dedicata all’enigmatico fotografo americano
Nato a Riga, in Lettonia, nel 1906, Halsman comincia negli anni ’20 la sua carriera di fotografo e diventa celebre a Parigi, sino a quando riesce ad ottenere un visto per gli Stati Uniti grazie all’amicizia con Albert Einstein e una volta sbarcato a New York, la sua fama di grande ritrattista si consolida ancora di più.
Nella sua lunga carriera ha firmato, tuttavia, più di 100 copertine della rivista Life. Un record incontrastato che va dalle collaborazioni con le grandi testate, agli intensi ritratti per lo show business hollywoodiano. E, così, Halsman ha creato un genere ed uno stile possiamo dire unico e rivoluzionario al tempo stesso.
Le sue fotografie sono frutto di una vulcanica creatività e delle sinergie che scattano nell’incontro con grandi ed illustri amici fra cui, il più folle di tutti, Salvador Dalì, con cui realizza una serie straordinaria di immagini surreali e surrealiste. L’artista inventa anche un metodo per divertire e sorprendere i suoi soggetti. Li fa saltare di fronte all’obiettivo, sino ad inventarsi il jumpology, un gioco con il quale è riuscito a far saltare anche Marilyn Monroe.
Questa prima retrospettiva italiana ne celebra il lavoro con una serie di immagini straordinarie, realizzate con ironia e profonda leggerezza. Le immagini, infatti, sono accompagnate da una documentazione selezionata come le copertine di Life, i provini, le testimonianze d’epoca ed i filmati per ricordare questo grande interprete della fotografia ed offrire, nel contempo, un’originale riflessione sul ritratto fotografico di quegli anni.
Un’occasione unica, dunque, per entrare in contatto con le sue grandi creazioni, comprendere quale sia la chiave creativa delle sue immagini a metà fra documento ed invenzione, come è proprio nella tradizione dei grandi ritrattisti cui è chiesto di interpretare il soggetto facendolo emergere, o nascondere, dietro il suo curioso personaggio.