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Di questo se n’era parlato subito dopo l’insediamento del Governo Draghi, ma l’idea nata all’interno dell’Esecutivo aveva generato non poche polemiche

«Sono assolutamente convinto che serva riprendere la Scuola in presenza, a partire dalle Aree periferiche, ma c’è un ruolo rilevante delle Autonomie, il calendario lo fanno le Regioni», ha ribadito in questi giorni il Ministro Patrizio Bianchi. E a proposito del Patto per l’Istruzione ha aggiunto: «Abbiamo di fronte un obbligo che è quello di fare in modo che la scuola torni ad essere il centro del Paese, un centro dinamico, un motore di sviluppo per uscire dalla pandemia, ma anche dalla stagnazione. Abbiamo di fronte un anno costituente, un anno in cui dobbiamo essere capaci di valorizzare al massimo la nostra Scuola».

Il Patto avrà un ampio respiro, guardando sia a temi di stretta attualità, primo fra tutti, l’avvio ordinato ed efficiente del prossimo Anno Scolastico, ma anche ad una visione di Scuola che, ha sottolineato il Ministro «va costruita con l’aiuto di tutti. Sulla Scuola dobbiamo mobilitare il Paese intero». Lo scopo è quello di farne il motore dello sviluppo e dell’eguaglianza sociale ed è ciò che è emerso incontrando i Sindacati, sia a livello confederale che di comparto.

Bianchi, fra gli obiettivi prioritari, ha posto quello di provare ad avere tutte le cattedre piene dal prossimo 1 Settembre. L’idea, più volte espressa dal nuovo Ministro, è condivisa anche con le Parti Sociali, Si tratta, ora, di individuare uno strumento giusto anche perché il tempo non è tantissimo: «Anzi, siamo già in ritardo», ha chiosato il Ministro.