La cerimonia è stata introdotta dall’indirizzo di saluto del Presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo che la titolare del Viminale ha voluto ringraziare per «il paziente lavoro di tessitura che, avvicinando in fraternità contesti e scenari lontani, fa sì che a donne e uomini provenienti dai più disparati angoli del mondo possa essere dato un futuro di dignità e di pace»

«Il processo di costruzione della pace può conoscere pause, momenti di tensione o di scoramento, può talora andare incontro anche alla sconfitta, ma non ha e non può avere alternative». Così il Ministro Lamorgese nel suo intervento all’Assemblea di apertura dell’incontro internazionale di preghiera per la pace Popoli fratelli – Terra futura, organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio, presso il Centro convegni La Nuvola a Roma, che vedrà anche la presenza di Papa Francesco nella giornata conclusiva.

Nel richiamare la fondamentale missione istituzionale della coesione sociale perseguita dal Ministero dell’Interno, Lamorgese ha sottolineato «il compito che abbraccia ogni espressione in cui l’uomo intenda realizzare e completare la sua personalità. Per questo, perché nessuno ne venga escluso, la ricerca della coesione ha significato soprattutto rispetto delle diversità e tutela delle minoranze» e, ancora, «presupposto perché il Paese possa crescere in sicurezza e andare avanti sulla via dello sviluppo e del progresso».

Nel citare la collaborazione fra la Comunità di Sant’Egidio, le Chiese Evangeliche e i Ministeri dell’Interno e degli Esteri per aver attuato le migliori pratiche a livello mondiale nel vasto campo dell’immigrazione e dell’integrazione, non è mancato un passaggio sull’attuale contesto socio economico reso vulnerabile dalla crisi pandemica, ricordando, al riguardo, che «occorre scongiurare guasti strutturali nell’economia e nella distribuzione della ricchezza, aumentando il solco fra le classi sociali ed il divario tra il Nord e il Sud del mondo».