Il ruolo dell’istruzione nella prevenzione e nella lotta all’antisemitismo e a ogni forma di razzismo e discriminazione. Questo il tema al centro della sessione che si è tenuta in Svezia e alla quale ha partecipato, in rappresentanza dell’Italia, il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi
All’evento, previsto inizialmente nell’Ottobre del 2020, 75 anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e la liberazione di Auschwitz-Birkenau, e poi rinviato di un anno a causa della pandemia, hanno inoltre partecipato il Primo Ministro svedese Stefan Löfven, il Presidente di Israele Isaac Herzog, il Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, il Presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron, il Segretario di Stato degli Stati Uniti Antony Blinken ed il Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres.
«L’istruzione – ha dichiarato il Ministro Bianchi – è lo strumento più potente per combattere ogni forma di negazione e distorsione dell’Olocausto e allo stesso tempo arginare odio e nuovi razzismi. Il nostro Paese ha tra le sue priorità il consolidamento della conoscenza della Shoah: lo facciamo attraverso lo studio della Storia, ma anche grazie a un approccio interdisciplinare, coinvolgendo studentesse e studenti in iniziative dedicate, quali visite in luoghi nazionali e internazionali simbolo della memoria».
Per il Governo italiano, oltretutto, la memoria e il dialogo costituiscono la pietra angolare della cittadinanza attiva, fondamentale per la costruzione di società democratiche. «Per questo – ha, infine concluso Bianchi – accogliamo con favore anche la recente adozione da parte della Commissione Europea della prima Strategia dell’UE sulla lotta all’antisemitismo. Sono convinto che lavorare in maniera coordinata sia fondamentale per raggiungere risultati significativi e duraturi».